sabato 4 gennaio 2025

La compagnia di Cinecittà, di Altea Villa

Cinecittà fu inaugurata nell'aprile del 1937. Solo sei anni dopo, nel 1943, fu occupata dai nazisti e colpita dai bombardamenti alleati. Metà dei teatri di posa furono distrutti. Quando un anno dopo, nell'ottobre 1944, l'area fu requisita dalle organizzazioni internazionali per gli aiuti ai rifugiati. in quel tempio del cinematografo e della creatività trovarono asilo alcune migliaia di rifugiati sia italiani che stranieri, tra i quali molte bambine e bambini. Le loro condizioni di vita erano difficili: il cibo scarseggiava, l'acqua pure, le condizioni igieniche erano precarie e le malattie diffuse. Altea Villa ambienta in questo scenario storico il suo romanzo narrandoci le vicende di un gruppetto di bambini che, pur nelle povere e precarie condizioni di vita del campo, scoprono le meraviglie della recitazione, del teatro e del cinema trasformandosi in attori, sceneggiatori e coreografi. Ines, Bambina, Ermete e Simone, ciascuno con il suo carico di dolore, scoprono le reciproche affinità, il valore della cooperazione e, soprattutto, "La tempesta" di Shakespeare, un'ancora di bellezza e di salvezza nella desolazione quotidiana.

Altea Villa, La compagnia di Cinecittà, Edizioni San Paolo 2024


giovedì 2 gennaio 2025

Il Natale di un bambino nel Galles, di Dylan Thomas

Dylan ormai adulto ricorda e racconta i Natali dell’infanzia che "si somigliano tutti e sono privi di suoni tranne le voci che a volte sento discutere un attimo prima di addormentarmi [...]. Tutti i Natali rotolano giù verso il mare dalle due lingue, come una luna fredda e impetuosa che si getta a capofitto dal cielo che era la nostra strada”. Subito entra in scena il protagonista, Dylan bambino, mentre se ne sta insieme al suo amico Jim nel giardino della mamma, la signora Prothero. Nevica e i due ragazzini aspettano che arrivino i gatti. Perché? Per bersagliarli di palle di neve. I gatti più sprovveduti si fanno avanti, quelli più saggi evitano di farsi vedere. A un certo punto, improvviso, si alza, forte e disperato, l’urlo della signora Prothero: al fuoco! Al fuoco! Dylan e Jim si precipitano in casa, le braccia cariche di palle di neve. La casa è piena di fumo, bisogna fare qualcosa e i due bambini lanciano tutti i loro gelidi proiettili contro quel fumo senza fuoco. Arrivano poi anche i pompieri a risolvere la situazione con gli idranti. Nessun altro di certo può aver avuto una vigilia di Natale così eccitante e rumorosa, pensa Dylan con soddisfazione. Anche se è sempre bello il Natale nel Galles: nevica fitto, le nevicate sono lunghe, la neve scende abbondante a incappucciare i campanili, “bianchi di neve e neri di pipistrelli”, le campane suonano e sembra che cantino con gioia. Accresce la gioia e l’atmosfera fiabesca l’arrivo dei regali, quelli utili - copriorecchie, sciarpe, berretti - e quelli inutili - pupazzetti, caramelle, paperelle, albi da colorare, soldatini di latta -. Insieme ai regali, poi, arrivavano stuoli di zii e di zie. Per festeggiare insieme "nella lunga notte che si faceva sempre più fonda".

Il Natale di un bambino nel Galles (A Child’s Christmas in Wales), breve, delizioso racconto, nacque come pezzo per la radio della BBC e oggi in rete se ne può ascoltare la lettura dalla viva voce di Dylan Thomas (registrazione del febbraio 1952, in lingua originale: A CHILD’S CHRISTMAS IN WALES read by Dylan Thomas, introduced by Billy Collins di Harper Audio Presents). Tornare ai ricordi d’infanzia - lo scrittore ne è certo - non è solo esercizio di memoria, non è nemmeno solo nostalgia, ma è un tuffo nel mito e, grazie al mito che colora quelle reminiscenze lontane, diviene un tuffo in una speciale, tutta individuale, forma di eternità. Semplice, se pur immaginoso e variegato, il linguaggio, veloce lo stile, lontano il tempo, infantile la visione del mondo, questo racconto è un dono di paesaggi e di avventura, di sensazioni e di sorrisi, di antiche e leggendarie presenze, di memoria condivisa tra umorismo e intensità di affetti nitidi e forti. E poi la neve, tanta neve che contribuisce a rendere più intensa l’atmosfera di quegli anni irripetibili e magici grazie anche alle storie incredibili narrate accanto al fuoco e grazie al canto e alla musica che a Natale non mancano mai. Le magistrali illustrazioni di Fabian Negrin, da quella che raffigura l’intensa battaglia con le palle di neve della copertina fino alla conclusiva, che ritrae la canora e un po’ brilla zia Hannah con “il cuore a Nido di Uccello”, sono perfettamente coerenti con la narrazione, tra realtà e fantasia. 

D. Thomas, Il Natale di un bambino nel Galles, Orecchio acerbo 2022,
Traduzione di Riccardo Duranti, illustrazioni di Fabian Negrin