sabato 30 ottobre 2010

Sarà vero, di Errico Buonanno

Il titolo del libro è "Sarà vero" e il sottotitolo spiega "La menzogna al potere. Falsi, sospetti e bufale che hanno fatto la storia". Tra i casi raccontati dall'autore troviamo mitici personaggi, inquietanti faccende: dagli Illuminati di Baviera ai Savi di Sion, ai Cavalieri del Graal, fino allo smascheramento della creazione di quel Nemico e di quei Complotti che fanno assai comodo a chi vuole destabilizzare ed asservire un popolo.
Il saggio si apre così, con la storia della "Donazione di Costantino": “Vinti i Franchi e gli Alamanni, valicate le Alpi dalla Gallia, sconfitto Massenzio a Ponte Milvio e diventato imperatore, a Flavio Valerio Costantino successe di prendere la lebbra. [...] Benissimo: questo non è mai avvenuto. Non ci fu lebbra, non ci fu miracolo, l’imperatore non pensò mai neppure un momento a cedere al papa le sue terre. Ma è la vicenda che racconta il Constitutum Constantini, e tanto, per ora, potrebbe bastarci. Un falso banale dell’VIII secolo, sfatato da Lorenzo Valla e forse proposto come esercizio retorico, servì da appiglio a ogni pretesa territoriale dei papi. La “Donazione di Costantino” era un fantasma, eppure riuscì in un modo o nell’altro ad attirarsi le ire di Dante e ad incidere sulla Divina Commedia”.
Errico Buonanno, Sarà vero, Einaudi 2009.

lunedì 4 ottobre 2010

Piccoli vagabondi, di Gianni Rodari

A metà strada tra un racconto mensile del Cuore di De Amicis e la sventura di Oliver Twist sta questo romanzo di Gianni Rodari, pubblicato dagli Editori Riuniti nel 1981, anno successivo alla morte dello scrittore. I lettori, sia ragazzi che adulti, dovranno tener presente che Rodari scrisse il racconto a puntate per il settimanale Il pioniere nel dopoguerra, ma, successivamente, non scelse mai di pubblicarlo in volume: troppo realista e deamicisiana la la storia? Troppo dichiarato l'intento morale? Troppo assenti l'arguzia e l'ironia che più tardi avrebbero contraddistinto l'opera rodariana? Non lo sappiamo. Ma possiamo leggere con interesse e attenzione gli eventi dei piccoli vagabondi, protagonisti di una storia fondata su elementi di vita vera e vissuta di quegli anni. Il vagabondaggio e la mendicità infantile erano ancora ben presenti in alcune realtà del nostro Paese. “Cari ragazzi, la differenza fra questa storia e un grande romanzo di avventure sta nel fatto che qui tutto è vero, dalla prima parola all’ultima” spiega ai suoi lettori lo stesso Rodari.
Francesco, Domenico e Anna sono tre bambini duramente provati dalla guerra - uno di loro è stato addirittura mutilato a causa dello scoppio di una bomba nascosta sotto il fienile della sua poverissima casa – i quali vengono affidati ad un gruppetto di girovaghi affinché, chiedendo l'elemosina, possano sostenere se stessi e le proprie famiglie. Si tratta di bambini del basso Lazio; ed affettivamente in quegli anni nei poveri paesi del Frusinate non era insolito che fanciulli venissero venduti o affittati per la mendicità in Italia e all'estero. Durante i vagabondaggi attraverso paesi e città, i tre protagonisti conoscono persone disoneste, ma anche gente comprensiva e generosa. Imparano a crescere, insomma, anche se molto dolorosamente e molto faticosamente. L'edizione del 1981 del romanzo reca in appendice due saggi: il primo è un commento di Lucio Lombardo Radice; il secondo una nota di Marcello Argilli. Lombardo Radice, prendendo lo spunto dalla storia di Rodari, prende in considerazione come la "questione meridionale" sia stata parzialmente occultata agli italiani dalla politica ufficiale - ma poi per fortuna raccontata dal cinema, dall'arte, dalla letteratura - a partire dal periodo immediatamente successivo all'Unità, poi durante il regime fascista, fino al 1980, anno di quel devastante terremoto dell'Irpinia che riportò bruscamente alla luce la discussione sulla storia, la società, le condizioni di vita del Meridione italiano. Marcello Argilli analizza invece la particolarità di questo romanzo, l'unico realista di Rodari, che, come già detto, deve la sua fama a geniali e sagaci altre opere di fantasia e di ironia.
Chi non avesse mai letto il libro e voglia farlo ora può trovarlo nell'edizione Einaudi Ragazzi, purtroppo senza i due saggi in appendice e con l'indicazione di lettura "bambini", che ci pare un po' restrittiva e non proprio adeguata. Il romanzo, proprio per le sue implicazioni realistiche, così lontane dall'esperienza di vita dei ragazzi lettori di oggi, può essere proposto fino a tutta l'età della scuola media - anzi si presta bene a una lettura storico critica proprio in quest'età - seguendo in ciò l'indicazione implicita già nella prima edizione: gli Editori Riuniti lo avevano infatti inserito nella Biblioteca Giovani, nella quale erano presenti romanzi sulla Resistenza e addirittura opere di psicologia per adolescenti.
Qui vediamo entrambe le copertine, quella della nuova e quella della precedente edizione.


Gianni Rodari, Piccoli vagabondi, romanzo con commenti e note di Lucio Lombardo Radice e Marcello Argilli, Editori Riuniti (Biblioteca Giovani 11) 1981
Gianni Rodari, Piccoli vagabondi, Einaudi Ragazzi (La Bibioteca di Gianni Rodari 7), 2010.