martedì 26 luglio 2016

Noi che gridammo al vento, di Loriano Macchiavelli

"La strage di Portella non si è esaurita a Portella e non quel primo maggio del '47. Una lettera, un memoriale e alcune pagine strappate a un quaderno per le scuole elementari continuano a far paura e a far traballare le fragili fondamenta di questa nostra precaria Repubblica".
"Il destino lo chiamano in causa coloro che non vogliono sia dato un nome agli assassini. A Portella non fu destino. Fu omicidio premeditato. Come lo sarà per le stragi che seguiranno. Adesso, Professore, hai conosciuto la nostra tragedia. Portala in giro, racconta di noi che morimmo e in fretta fummo dimenticati".
Così narra ed esorta Omero, millenaria voce della storia e della coscienza, testimone anche della strage di Portella, che avvenne nel 1947 durante una commemorazione del primo maggio nella località siciliana poco lontana da Piana degli Albanesi.
Durante la Festa del Lavoro Salvatore Giuliano, con la sua banda, sparò sulla folla e uccise 12 persone, ferendone più di 30. Quell'eccidio è considerato il primo grande mistero dell'Italia repubblicana.
Infatti, Salvatore Giuliano, bandito protagonista del dopoguerra criminale in Sicilia quale motivo aveva per accanirsi contro un gruppo di poveri lavoratori? Chi fu il mandante di quell'eccidio? Chi lo ordinò? E chi coperse le indagini successive? E fu quello il primo momento in cui si consumò la trattativa Stato-mafia?
Loriano Macchiavelli narra in questo romanzo - opera di fantasia però saldamente radicata nella storia - della strage di Portella e di quello che in Italia seguì.
Siamo nel 1980 e Stella, ricercatrice di origini siciliane presso l'Università di Basilea, parte all'improvviso per Piana degli Albanesi. Stringe amicizia con Eva, matura, brillante e accogliente signora, con Ditria, già conosciuta nell'infanzia e con Vito, uomo originale e solitario.
Che cosa cerca Stella? E di che cosa è venuto a parlare con i potenti del luogo George, 'u miricanu?
La bellezza e il fascino profondo di paesi e paesaggi, qui descritti non solo con abilità letteraria, ma anche con  sguardo penetrante e non privo d'affetto, fa da sfondo all'intreccio di vicende personali (d'invenzione) e storiche (reali), conducendo il lettore a una meditazione profonda sulla storia (e le tragedie) dell'Italia repubblicana. L'Epilogo è dedicato alle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, che, nell'immaginario romanzesco, si lega alla vicenda di una delle protagoniste. 


Loriano Macchiavelli, Noi che gridammo al vento, Einaudi 2016

sabato 2 luglio 2016

Ancora su "ριζώματα, radici", di Eleonora Bellini


Sulla rivista novarese INFORMALE si può leggere una nuova recensione a "ριζώματα, radici", la raccolta pubblicata in occasione dell'evento di Mimesis. La natura svelata ad arte, tenutosi a Belgirate, in collaborazione con l'associazione culturale "Pietro Borsieri" nel 2014 e nel 2015. Autore della recensione Giannino Piana.


Recensione di Giannino Piana, su INFORMALE, n. 5/2016