lunedì 2 agosto 2010

Non deve accadere, di Anne Holt

"Oggi la morte è l'unica vera notizia per la gente" afferma Joanne, la protagonista del romanzo "Non ricordo chi l'ha detto, ma è vero. La morte è l'eccitazione più estrema, la più esclusiva..."
Qui la morte è delitto, come in ogni giallo. Delitto gratuito, anche. Delitto come antidoto alla noia. E, se Lafcadio ne "I sotterranei del vaticano" commette un assassinio immotivato e gratuito, qui l'assassina elabora e porta a termine addirittura una serie di delitti tanto perfetti che nessuna indagine è in grado di trovare prove tangibili o almeno indizi certi. Così, al contrario di quanto accade di solito, la colpevole, non sappiamo se più intelligente e prudente o più crudele e criminale, rimane libera fino all'ultima pagina. E oltre, perché il finale ci fa temere nuovi crimini e nuove crudeltà. Ci fa tremare dinanzi alla constatazione che la verità è difficile da affermare, talvolta impossibile, e che un efferato colpevole può andare libero e trionfante.
E, infine, per sdrammatizzare un po': a proposito di Jessica Fletcher qualcuno mi ha detto che, considerato che, ovunque ella vada, ci scappa il morto per morte violenta, forse l'assassina è lei stessa. Mah. I colpevoli individuati da Jessica, alla fine confessano tutti quanti. Però: e se un'autore di gialli volesse non solo individuare trame fittizie, ma anche tradurle in realtà?

Anne Holt, "Non deve accadere", Einaudi 2009