martedì 28 luglio 2009

La forma della paura di Giancarlo De Cataldo e Mimmo Rafele

"L'operazione Re-building... la madre di tutta la contemporaneità. Big Oil aveva cominciato a diffondere la notizia verso la fine degli anni Settanta. Il termine "multinazionale" era stato fatto abilmente girare. Si erano presi contatti con teste d'uovo sparse in tutte le democrazie occidentali. Si erano impiantati centri direzionali nelle maggiori capitali europee [...] Big Oil avrebbe preso il controllo della situazione con ogni mezzo... dissolvendo gli Stati dove occorreva e integrandoli dove la questione si presentava più complessa [...] Era un processo irreversibile. Il Muro sarebbe caduto e la caduta avrebbe travolto ogni utopia di sottrarre il mondo alle solite vecchie regole di sempre..."
- Insomma, professore: dire la verità prima degli altri, affidarsi a soggetti impresentabili per la divulgazione, lasciare che i profeti si trasformino agli occhi di tutti in profeti di sventura, e alla fine raccogliere i frutti...-
(pp. 206-207)
Un giallo, il primo del mondo post Bush, recita la quarta di copertina. Vale la pena leggerlo, perché si legge d'un fiato.
La forma della paura di G. De Cataldo e M. Rafele, Einaudi editore 2009.

giovedì 9 luglio 2009

La Città in due recenti romanzi

La Città è Istanbul, l'antica Costantinopoli (e così continuano a chiamrla i Greci), capitale dell'Impero Romano d'Oriente e capitale dell'Impero ottomano. Istanbul vive - e rivive - in due recenti romanzi: La balia di Petros Markaris e Il ritratto Bellini di Jason Goodwin. Entrambi polizieschi, sono tuttavia ambientati in epoche diverse: la nostra nel primo; l'Ottocento nel secondo. E certo la Città non ne è la protagonista dichiarata, eppure...
Il commissario Charitos, che ad Istanbul si trova in vacanza, attraverso un inaspettato caso da risolvere capitatogli tra capo e collo della Città rivive le epoche dello splendore e quello delle persecuzioni, o, meglio, ne ricerca le tracce ancor vive sotto la crosta ormai globalizzata e sempre più legata alle leggi "universali" del mercato della Istanbul contemporanea.
Il romanzo di Jason Goodwin invece si svolge per gran parte a Venezia e ne descrive somiglianza e fratellanza, quasi un gemellaggio, con Istanbul, sorella d'acque di ponti e di confini, di architetture splendide sulle quali tuttavia incuria e crisi tracciano crepe profonde; i protagonisti, poi, Palewski e l'eunuco Yashim, sono entrambi stranieri in missione alla ricerca del favoloso "ritratto del Bellini" (Gentile).
Insomma, chi legge è attratto, oltre che dalla curiosità di vedere come si scioglieranno i casi polizieschi, proprio e profondamente dalla Città, dalla sua storia, da quel ponte vivente tra Europa ed Asia che essa è - e che, afferma Goodwin, storico oltre che scrittore di gialli, ha in Venezia il suo secolare specchio e parallelo - e che dunque non sarebbe assennato ignorare o addirittura abbattere.