domenica 29 aprile 2018

I gatti di San Pellegrino


Ci sono strade a San Pellegrino
che si passeggiano gradino per gradino,
non ci passano né auto né motori
e i muri fioriscono di fiori.

Di antica nobiltà e gran riserbo
le abitano i gatti di Viterbo.

Al numero uno incontri, tutta sola,
la gatta grigia dagli occhi di viola.


Al numero tre siede serio e fiero
il gatto rosso dall’occhio nero.

Al numero cinque, sul gradino,
sonnecchia un gatto piccolino;
di pelo bianco e naso rosa
di soppiatto osserva ogni cosa.

Sotto la volta, molto elegante
nella pelliccia di nero brillante,
il gatto francese di coda bruna
attende di incontrare Biancaluna.

Sul lato opposto son titolari
di ogni soglia dei numeri pari
i gatti grigi e i gatti tigrati,
vigili, composti, beneducati.

Nella piazzetta, sotto la volta,
aiuola fiorita chiama a raccolta
gattine e gattini di tutti i colori
che annusano erbe, starnutano fiori.

Tra i gerani di via delle Caiole
le giovani gatte prendono il sole.
Son gatte bianche e gatte pezzate,
un poco deste e un poco assonnate.

Aspettano il latte dalla vecchina
che sosta assorta davanti alla porta,
che versa il latte dalla bottiglia
versa e racconta, versa e bisbiglia.

@Eleonora Bellini (da Gatti, progetto parzialmente inedito: filastrocche per albo illustrato e/o illustrabile)

venerdì 27 aprile 2018

Il poeta, di Yi Muniol


Ragazzi, andate, vi prego, a diserbare.
Gramigna, loglio e ogni altro parassita,
estirpatelo e bruciatelo, salvando i cereali.
Chi sarà a ripulire i campi e il mondo?
Chi penserà a far sparire nobili e ricchi?
Niente paura: c'è la Montagna della nona luna.
Saranno quei ragazzi a fare pulizia,
creando un mondo senza nobili né ricchi.

Il romanzo si ispira alla vita del celebre poeta coreano dell'Ottocento, Kim Sakkat, personaggio leggendario ancora molto popolare nel suo Paese. Nella Corea semifeudale del primo Ottocento, il protagonista, nel romanzo Pyongyon, è nipote di un governatore molto vicino al sovrano, ma poi condannato a morte per alto tradimento. Tutta la famiglia sarà punita con l'emarginazione a causa della colpa dell'avo. Così il giovane, precipitato dalla classe sociale più elevata a condizioni infime, cerca di sottrarsi alla sua condizione dedicandosi alla stimata professione di poeta. Il suo percorso poetico sarà lungo a variegato: dall'esercizio della poesia classica in cui eccelle ma che non sempre esprime il suo vero sentire, ai versi taglienti e duri della protesta, alla contemplazione, stupita e solidale, della natura: "L'antica saggezza considera la Natura la forma originaria di ogni conoscenza, bellezza, verità e sacralità, ed egli era arrivato a distinguere tutti questi valori dopo aver deciso di imitare quella saggezza e di trasferirla presto nella sua poesia".
Un percorso di poesia come percorso di vita è quello che si sdipana in questo libro, solo apparentemente lontano da noi nello spazio e nel tempo.


Yi Muniol, Il poeta, Bompiani 2012, traduzione di Maurizio Riotto