sabato 30 aprile 2011

Lo stivale di Garibaldi, di Marco Pizzo

"Se si consente che la fotografia supplisca l'arte in alcune sue funzioni, in breve essa l'avrà soppiantata e corrotta", scriveva Charles Baudelaire. Era l'epoca della fotografia nascente, tecnica, artigianato ma non ancora autonoma forma d'arte ed il dibattito ferveva. Ma intanto, fin da subito, la fotografia fu utilizzata per documentare, descrivere, ricordare, criticare, immortalare. Così anche per il nostro Risorgimento. Dalla Roma ferita del 1849 ai ritratti della famiglia reale, il libro di Pizzo racconta gli eventi risorgimentali attraverso le fotografie, svelando anche storie di falsi, come quello del ritratto di Garibaldi ferito al piede in Aspromonte (al posto del generale posò un sosia). E che dire dei Mille, immortalati uno per uno in piccole fotografie formato tessera, quasi a rendere la loro impresa due volte immortale?
Un bel libro, da sfogliare ed assaporare con calma, eloquente più di una lezione di storia, coinvolgente come un romanzo.

Marco Pizzo, Lo stivale di Garibaldi. Il risorgimento in fotografia, Mondadori 2011

mercoledì 13 aprile 2011

Il corpo che siamo, di Pietro Prini

"Ho detto più sopra che la 'preoccupazione possessiva' è una condizione costitutiva ed inautentica della nostra esistenza nel mondo. Perché inautentica? In realtà alla sua origine sta il fraintendimento inevitabile del rapporto che abbiamo con il nostro corpo. Essere il nostro corpo significa assumerlo come la struttura della nostra soggettività, e tuttavia il suo essere oggetto, anatomicamente, fisiologicamnte, socialmente constatabile, ci conduce a comportarci con esso come con gli oggetti o beni dei nostri bisogni vitali o culturali. L'ambito dello psichico si articola inestricabilmente con l'ambito dell'economico. Di qui deriva che l'uomo è l'unico essere che può rifiutare se stesso, che può dire di no alla vita e non soltanto anticipare le tecniche della sua fine, come avviene, secondo gli etologi, nel cosiddetto 'suicidio' di alcuni animali" (p. 99)
Il corpo che siamo fu pubblicato nel 1991, vent'anni fa. Si compone di dieci capitoli che, a partire da considerazioni sullo sviluppo della scienza (Galileo, Darwin), ma anche su antichi miti, affronta i seguenti temi: bioetica, desiderio e bisogno, piacere e gioia, lavoro, cattiva coscienza del tempo libero, l'abitare e l'edificare, la qualità della vita, imperatività della coscienza morale.
L'occasione della rilettura di questo libro viene dal recente convegno "Pietro Prini filosofo e uomo" (vedi http://www.pietroprini.org/), organizzato dalla Società Filosofica Italiana-Sezione del Verbano Cusio Ossola.

Pietro Prini, Il corpo che siamo, SEI 1991.