sabato 21 giugno 2014

"Venezia, un sogno", di Anna Pavignano

Thomas, zaino in spalla e autostop, abbandona la California e parte a cercare quella vita che immagina possibile solo on the road. Attraversa tutti gli States e poi si imbarca per l'Europa. Vive un poco in Belgio, un poco a Parigi, conoscendo due ragazze e due amori. Ma di nuovo fugge, verso sud est. "In un'alba puntinata di umido" incontra Venezia,  e non l'abbandona più. Il romanzo di Venezia e di Thomas si snoda attraverso le giornate dell'acqua alta ed ogni capitolo si apre con l'indicazione dell'ora e del livello dell'acqua: un fenomeno che i turisti considerano con divertimento, i veneziani vivono con rassegnazione e che si sta mangiando la città ed i suoi splendori. Il livello dell'acqua aumenta e preme su calli e palazzi e con lui aumentano la folla dei ricordi e gli affanni di Thomas, ormai uomo maturo, prematuramente vedovo e nonno controvoglia. Il lettore rivive insieme al protagonista i ricordi del passato - lavoro, amori, tradimenti, impennate di orgoglio, tristezze e malinconie - e urgenze del presente. Il presente, infatti, si fa per Thomas pressante nel momento in cui suo figlio esprime la volontà di trasferirsi con tutta la famiglia sulla terraferma: la vita a Venezia è divenuta difficilissima, la città è ormai ridotta a museo per onnivori turisti, l'acqua alta si mangia cantine cucine negozi, i veneziani dotati di buon senso se ne vanno. Ma Thomas non è d'accordo, non vuole e non può abbandonare Venezia, la patria che ha scelto, così mette in atto una plateale, fortissima protesta, nella quale elegge a suo alleato il nipotino africano, che fino a quel momento aveva trascurato. Protesta e consapevolezza, oltre che di sé anche del proprio ambiente, sono elementi nuovi nell'esperienza del nostro che in questa occasione, per la prima volta, "vede" il dolore della città oppressa dall'acqua alta - che l'incuria dell'uomo per l'ambiente ha generato - riflesso nel proprio dolore di uomo solitario giunto già oltre la metà della vita.
La protesta di Thomas non rimarrà inascoltata, i suoi concittadini prenderanno consapevolezza della necessità di salvaguardare Venezia con tutti i suoi abitanti, e per lui si aprirà una nuova stagione; perché, come recita lo striscione inalberato da un gruppo di ragazzi ispirati dal suo gesto, "I ricordi sono il nostro futuro".

Anna Pavignano. Venezia, un sogno, edizioni E/O 2012

sabato 14 giugno 2014

E' accogliente la mia casa, di Sigurður Pálsson



"La poesia di Sigurdur Pálsson, autore islandese assai eclettico, è caratterizzata da un’ampia gamma di registri, dal lirico all’ironico, dal micro-narrativo all’epigrammatico, in una costante alternanza di soggettività individuale e plurale, quel «noi» che in È accogliente, la mia casa echeggia frequentemente come un monito, il quale è anche un richiamo etico a un’esigenza di condivisione. La voce del poeta chiama altre voci all’ascolto, al dire, ne diviene cassa di risonanza, in un testo che si vuole «pieno di gente» e non disdegna il grottesco dell’aneddotica, il nudo stillicidio dell’elencazione dei «simboli della morte». La traduzione di Silvia Cosimini, da due decenni ormai voce ufficiale della lingua e cultura islandese in Italia, restituisce con precisione e gusto le spigolosità e dolcezze di questa poesia, prestando attenzione alle reiterazioni anaforiche, all’articolazione strofica, alla ricreazione delle immagini così anomale e originali di Pálsson, l’intima, segreta e notturna musica del Terzo ritornello dello spettro che recita: «Veglio / non riesco a morire». Ne risulta un esito particolarmente convincente e godibile, di sapida efficacia stilistica".
Questa la motivazione con la quale la giuria del premio nazionale di poesia e traduzione poetica "Achille Marazza" ha insignito del premio 2014 per la traduzione di poesia Silvia Cosimini (ex aequo con Renata Morresi), traduttrice e curatrice dell'opera di Pálsson in Italia. Questo agile libro raccoglie una selezione di liriche che ben rappresenta la poetica dell'autore islandese. Ne diamo qui un saggio.

I PRIMI PASSI

La piena del fiume
tempo di bonaccia 

Uno scatto nell'erba
non poche le impronte

S'intorbida per gioco
le corde si intrecciano

Terso il cielo
ovunque dei canti

I primi passi
inizio di un grande viaggio.


BORGES

Una dopo l'altra si sono spente le luci
alle finestre della casa

A lungo una luce ha fissato
le stelle
dall'abbaino nella casa cieca

E poi non ci fu
più luce

La luce rientrata

splende luminosa nel cielo stellato
della biblioteca.


SCRITTO SULLA SABBIA

Fuori attende la sabbia nera
sottile e umida

Il dito si ghiaccia un poco
a scrivervi

Il corpo si scalda un poco
e anche il groviglio che si chiama
spirito
mente
anima

Le onde si avvicinano

il respiro 
pieno di mestizia
di gioia di vita

Le onde si avvicinano.

E' accogliente la mia casa, di  Sigurður Pálsson ( Mobydick editore 2013) traduzione e cura di Silvia Cosimini

Silvia Cosmini legge Pálsson durante la cerimonia di premiazione

martedì 3 giugno 2014

Vita e pensieri di Antonio Gramsci, di Giuseppe Vacca

“La fama postuma di Gramsci è dovuta soprattutto ai Quaderni e non avremmo potuto mancare al compito di documentare quanto fosse incerta la loro sorte alla morte di Gramsci” scrive Giuseppe Vacca nell’introduzione al suo ampio saggio. Il libro ripercorre con ricchezza di documentazione e con chiarezza di stile le vicende della vita di Antonio Gramsci dagli anni di poco precedenti il suo arresto (8 novembre 1926) fino alla morte. Insieme all’evoluzione del suo pensiero, ai temi dei suoi studi in carcere, ai suoi giudizi sull’evoluzione e sulle posizioni nazionali e internazionali assunte dal partito comunista in quegli anni, Vacca narra ed interpreta, avvalendosi di un’ampia documentazione, anche la dolorosa e complessa vicenda familiare del detenuto: la relazione con la moglie Giulia Schucht e la famiglia di lei, le raccomandazioni per l’educazione dei figli, il ruolo della cognata Tatiana, importante supporto e anello di contatto con la società esterna, i familiari e il partito nei nove anni della detenzione. Nel capitolo conclusivo “Il destino dei Quaderni” vengono esaminate diverse questioni di grande importanza relative a supposte trattative di liberazione di Gramsci da parte del governo sovietico, che in realtà, pur auspicate dal prigioniero e dai suoi familiari e oggetto di ampie campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica internazionale, non vi furono. Un libro complesso, arricchito da un'ampia bibliografia, da leggere per informarsi, scoprire, approfondire. Giuseppe Vacca è presidente della Fondazione Istituto Gramsci di Roma e della commissione scientifica per l'edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci.


Giuseppe Vacca, Vita e pensieri di Antonio Gramsci 1926 – 1937, Einaudi 2012 e 2014.