venerdì 27 maggio 2022

Scaffale locale 3A: Quaderni borgomaneresi 2005-2007

Titanica - per il luogo e il tempo - impresa realizzata e condotta da una redazione di volontari composta inizialmente da Mauro Agazzone, Eleonora Bellini, Mario Ceratti, Marcello Giordani, Salvatore Ussia, Angelo Vecchi ai quali si aggiunsero nel tempo Anna Maria Pastore, Alessandra Salvini, Egidio Fusco. I quaderni, stampati cun cura e passione da Roberto Vecchi Editore, uscirono con cadenza annuale, grazie alla collaborazione di molti e al sostegno dell'Amministrazione Comunale (sindaco Pierluigi Pastore, assessore alla cultura Gianni Barcellini). Furono stampati e diffusi 9 numeri di cui uno, il quinto, doppio e un altro, il settimo, corredato da un'appendice. Nel 2018 la redazione elaborò un progetto che prevedeva l'uscita di un ulteriore quaderno, Borgomanero in rosa, dedicato alle donne del presente e del passato. Il progetto è pronto e si attende solo l'indispensabile sostegno economico.

Qui di seguito, andando a ritroso, titoli e descrizioni di ciascun numero.

2007 Borgomanero 1946-1948

Il quaderno di 142 pagine, prende spunto dal sessantesimo anniversario del voto alle donne per proporre alcuni temi e ricordi di vita pubblica e privata immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale. Anni brevi di grande impegno e di grandi speranze, di fiducia nella pace, di desiderio, se non di benessere, almeno di sicurezza economica. Il quaderno è suddiviso in quattro parti: 1. Speranze di anni difficili; 2. Le donne al voto e non solo; 3. I luoghi della memoria; Scritti riproposti. Nella prima si legge la trascrizione di un discorso pronunciato a Milano il 23 maggio 1946 da Achille Marazza, ricordi e bozzetti di vita di Piero Velati, Anna Lamperti, Claudio Barbaglia, Osvaldo Savoini e un saggio di Angelo Vecchi, "Laggiù, gli ultimi". La seconda parte propone due articoli di Anna Pastore sulla condizione delle donne nella prima metà del secolo e al momento del voto, insieme a un testo sul voto alle donne a Borgomanero di Carla Zanetta. Segue un capitolo dedicato ai luoghi della memoria, quelli a testimonianza della lotta partigiana e degli eccidi compiuti nei paesi attorno a Borgomanero e nella città stessa; gli autori sono Alessandro Maiocchi, Guido Gallina, Claudio Gioria, Fabio Valeggia. La quarta sezione, infine, ripropone scritti già apparsi in altre sedi e di difficile reperimento, Gli autori sono Giovanni Cavigioli, Bartolo Fornara, Paolo Bignoli. Come per gli altri numeri, numerose immagini corredano i testi.

2005 Borgomanero verde

Borgomanero Verde”, libro di 222 pagine, con numerose fotografie in bianco e nero e a colori è dedicato ai temi della natura e dell’ambiente, che affronta fin “dalle radici”. Si apre infatti con tre contributi riguardanti gli aspetti geologici del territorio, dei quali sono autori A. Vecchi, E. Lavé, M. Bertani.Segue una lunga sezione, di oltre sessanta pagine anche storiche, sull’inquinamento di luoghi vicini (la città e l’Agogna, il lago d’Orta, i “Tre laghi”) e lontani (Cernobyl): sono autori dei diversi saggi qui presenti G. Caione, A. Vecchi, e, in riproduzione anastatica, C. Amoretti, A. Pagani, R. Monti, E. Lomaglio.Poi gli itinerari, rilassanti oppure ardui, sempre ameni. Guidano il lettore nella scoperta di percorsi, corsi d’acqua, parchi naturali, parchi faunistici, sentieri, le penne di E. Fusco, M. Ceratti, A. M. Vicario, F. Valeggia, A. Salvini, A. M. Pastore. Ventidue pagine sono dedicate alle schede dei parchi e delle zone protette, dall’Alpe Veglia al Monte Fenera, dai Lagoni di Mercurago, al Parco del Ticino, al Monte Mesma, per citarne solo alcuni. Poi “Verde Verde”, sezione conclusiva che raccoglie testimonianze sul verde che c’era e forse non c’è più, interviste e personali ricordi, storie fantastiche e storia. Ecco i nomi degli autori di queste “ultime” sessantacinque pagine: A. Vecchi, M. Ceratti, F. Valeggia, C. Baroli, C. Zanetta, U. Caramella, A. Lamperti, U. Zanetta, M. Di Cerbo, F. Minazzoli, E. Bellini, W. A. Stuart. Il libro, che gode del contributo della Provincia di Novara e del Comune di Borgomanero, è presentato dall’assessore alla Cultura del Comune, Gianni Barcellini.

Scaffale locale 3B: Quaderni borgomaneresi 1998-2004

2004 Borgomanero nel mondo

Dedicato a tutti i borgomaneresi, di ogni tempo che si spostarono nell'uno o nell'altro Paese del mondo, il quaderno ha 200 pagine. Efficace l’immagine scelta dalla redazione per la copertina: il viaggiatore Giancarlo Beffani, originario di Briga Novarese, che da più di cinquant’anni viaggia per il mondo e che è ritratto accanto ad una statua raffigurante Budda, ora distrutta dai talebani. Altri articoli di C. Panizza, E. Bellini, A. Vecchi, C. Strigini, F. Valeggia, S. Vercelli, M. Metti e molti altri. Le sezioni del libro sono quattro: ViaggiVolontariatoAfricaEmigrazione. Nel medesimo anno uscì il quadernetto integrativo con notizie sui cervelli in fuga e sul progetto di amicizia con la Georgia avviato dalla scuola media.

2003 Borgomanero da bere

A qualche anno di distanza da “Borgomanero a tavola” la redazione ripropose una serie di articoli dedicati a vino, birra, acqua, latte e a tutto quello che si può bere.
Una parte riguarda anche agli aspetti sociali del “bere in compagnia”, con una rassegna delle osterie di una volta e dei bar di oggi, e di tutti quei momenti in cui il bere può divenire quasi un rito. Il quaderno di 152 pagine ospita contributi di A. Lamperti, L. Boidi, R. Boca, S. Gheller, F. Barbaglia, F. Minazzoli, C. Strigini, O. Savoini, M. Ceratti, F. Valeggia, M.J. Cerutti, A. Salvini, C. Caligari, A. Pastore, D. Buonavita, D. Godio, M. Di Cerbo, E. Lucarella, P. Velati, F. Cunsolo, E. Bellini.

2002 Borgomanero Sportiva 1 e 2

Intorno allo sport c’è sempre un forte coinvolgimento e non a caso il tema promosso nel 2002 ha avuto un grande successo, tanto da dover pubblicare due numeri successivi per raccogliere tutto il materiale giunto in redazione. Naturalmente una parte è dedicata alle figure storiche dello sport, legate sempre al territorio borgomanerese.
Trovano spazio anche le associazioni sportive attuali e i nuovi campioni che si stanno affermando per divenire i punti di riferimento futuri. Pagine 136+136.

2001 Borgomanero Sacra e Devota

La religiosità nei suoi molteplici aspetti: biografie di ecclesiastici locali illustri, istituzioni religiose legate al territorio, la devozione popolare espressa attraverso le sacre rappresentazioni e gli ex-voto. Senza tralasciare l’aspetto poetico ed artistico, infatti questo volume è corredato di un intermezzo a colori con le immagini di alcune edicole e piloni votivi affrescati che si trovano a Borgomanero. Di 208 pagine, il corposo volume si apre con la sezione Saggi che ospita scritti di M. Rancan, B. Beccaria, A. Vecchi. Segue Ecclesiastici e laici con contributi di A. Pastore, A. Vecchi, A. Marazza, D. Godio, G. Bacchetta, M. Di Cerbo. La terza sezione si intitola La devozione popolare e contiene testi sugli ex voto (A. Salvini), sulle sacre rappresentazioni (E. Bellini), fotografie di beghine (O. Savoini). Seguono Contributi e memorie (A. Lamperti, P. Velati, C. Barbaglia, P. Giacomini, G. Basso, G. Barcellini); Testimonianze d'arte (M. Zanetta, F. Valeggia, S. Ussia) e un'Appendice poetica con liriche di A. Cerruti, poeta del XVI secolo (E. Bellini), G. Rossignoli, G. Pennaglia.

2000 Borgomanero anni Sessanta

Ovvero gli anni Sessanta vissuti a Borgomanero e nei paesi del suo circondario.
Musica, sport, cinema, ma anche la storia della biblioteca che sta per nascere e della scuola dell’obbligo che sta cambiando. Una fotografia della società italiana e, nello specifico, borgomanerese, che getta le basi per il futuro. Il quaderno, di 136 pagine, ospita testi di: C. Barbaglia, D. Godio, A. Lamperti, F. Valeggia, M. Di Cerbo, A. Vecchi, S. Ussia (
Tutti sui banchi), E. Bellini (La biblioteca che non c'era), A. Pastore, A. Vecchi.

1999 Borgomanero magica

In questo caso gli argomenti approfonditi sono la magia e l’occulto, sempre legati al territorio borgomanerese. Si parte dalle leggende legate alle presenze inquietanti di streghe e maghi, passando attraverso la descrizione di metodi di cura bizzarri e curiosi, alle pietre magiche e rituali, fino all’interpretazione popolare di fenomeni come l’eclisse solare. Contributi di A. Lamperti. C. Vecchi, C. Manni, M. Rancan, C. Giordano, D. Godio, M. Giacometti, C. Barbaglia, E. Bellini, L. M. Sinistrari, F. Valeggia, W. A. Stuart, L. Contile, E. Lucarella, M. Ceratti. Pagine 128.

1998 Borgomanero a tavola

Il primo numero, uscito a settembre in occasione della festa dell'uva, è interamente dedicato alle tradizioni culinarie locali. Una prima parte è riservata agli aspetti storici e aneddotici di alcuni piatti tipici borgomaneresi, mentre di seguito trovano spazi versi di poesia dialettale, sempre ispirati ai piaceri della tavola. Infine non manca una sezione riguardante l’associazionismo popolare e soprattutto i momenti conviviali rituali, come la distribuzione del popolare del pane per le classi meno abbienti, i banchetti delle confraternite e altri momenti di gastronomia collettiva. Pagine 96, testi di G. Morreale, G. Bacchetta, A. Marazza, G. Colombo, G. Pennaglia, P. Pettinaroli, C. Vecchi, M. Bellone Landi, A. Vecchi, P. Monelli, M. Ceratti.

martedì 24 maggio 2022

Falò di carnevale, di Guglielmo Aprile

Questa silloge di Guglielmo Aprile si è classificata al primo posto al concorso Narrapoetando 2021. La giuria ha espresso giudizi di merito estremamente positivi, individuando, tra i temi fondamentali della raccolta "il civismo" (Riccardo Deiana), i rimandi filosofici (Colomba Di Pasquale), l'ironia (Andrea Biondi), la capacità di muoversi nel tempo (Ardea Montebelli). Falò di carnevale si compone di quattro parti che segnano, insieme, la percezione del individuale tempo e il concreto, personale cammino nel mondo: "Grande bluff"; "Cenere sulla fronte"; "L'albero della cuccagna"; "Scure del buio". 

Leggiamo "Guado", che bene coniuga senso di estraneità e trauma del reale: L'incrocio delle strade/ è una bocca di mantide,/ una ghigliottina in cui passa il vento.// Ci attende il guado; eppure a tempo perso/ ci intratteniamo storpiando i cognomi/ e ci facciamo gioco degli assenti.// Poi verrà per ognuno il turno di mostrare/ di cosa avrà riempito il proprio sacco,/ e rovesciandolo scoprirlo vuoto". 

Se nel corso degli eventi e della storia le persone comuni sono quasi sempre ridotte a fuscelli in balia del vento o della corrente, ben si comprende il disincanto e la disillusione che emergono in molti di questi versi. Un icastico esempio è nel finale  de "L'inventario dopo la piena": [...] L'universo// replica il gesto della betoniera/ e ha come asse/ un posto vuoto accanto a un uomo solo/.

Guglielmo Aprile, Falò di carnevale, Fara Editore 2021

venerdì 13 maggio 2022

Am Tagliamento - Geographie eines Flusses in Beispielen aus Literatur, Film und Ikonographie. Ippolito Nievo, Pier Paolo Pasolini, Alberto Fasulo, Chiesa di Santa Maria dei Battuti a Valeriano, di Michael Aichmayr

Al Tagliamento. Geografia di un fiume. Esempi da letteratura, cinema e iconografia è un breve, originale saggio che segue il corso del Tagliamento lungo i suoi 170 km, dal passo Mauria, dove nasce, al suo percorso in Carnia e Friuli fino al Mare AdriaticoFiume suggestivo, con estese aree ghiaiose, isolotti ricoperti di vegetazione, circondato da foreste, il Tagliamento è al centro di un grande ecosistema. Nel saggio non troviamo solo connotazioni geografiche, ma anche e soprattutto, come dichiarato dal titolo, annotazioni letterarie e cinematografiche.
Incontriamo qui Ippolito Nievo, che fu attratto in queste contrade, oltre che dalla presenza di amici e parenti, dalla bellezza dei luoghi e del paesaggio. La sua attenzione si rivolse specialmente ai paesaggi fluviali, il Varmo e il Tagliamento, al fascinoso scorrere delle acque in contrasto con il silenzio e l’immobilità della campagna.
Incontriamo Desiderio, uno dei protagonisti di Amado mio di Pier Paolo Pasolini, che, attraverso giorni, giochi, scampagnate di un'estate trascorsa anche sulle rive del Tagliamento, diviene consapevole di sé: “Giunsero al Tagliamento, sotto le acacie in abbandono. Nella penombra dell'alba, il fiume si stendeva bianco come un immenso sudario(p. 176).
Uno spazio interessante è dedicato al regista Alberto Fasulo, nato a San Vito al Tagliamento, e al suo primo film, Rumore bianco, un documentario in cui si narra la gente che vede scorrere la propria vita quotidiana sulle rive del fiume, traendo forza e consapevolezza identitaria proprio dalle sue acque. 
Il volumetto si conclude con la chiesa di Santa Maria dei Battuti, eretta nel 1300 a Valeriano, frazione di Pinzano al Tagliamento, e in particolare alla Natività di Giovanni Antonio da Pordenone, opera del 1527 ivi custodita. 


Michael Aichmayr, Am Tagliamento - Geographie eines Flusses in Beispielen aus Literatur, Film und Ikonographie. Ippolito Nievo, Pier Paolo Pasolini, Alberto Fasulo, Chiesa di Santa Maria dei Battuti a Valeriano, Verlag Aichmayr 2022

mercoledì 11 maggio 2022

Antigone e la sua follia, di Eugenio Borgna

 "Quante parole, e quante meditazioni, al fine di chiarire il senso del silenzio in pazienti depresse, nelle quali solo uno sguardo, un sorriso, o una lacrima, dicono qualcosa dei loro stati d'animo, della loro tristezza e della loro disperazione, delle loro speranze agonizzanti, che cercano di resistere al loro morire; e resistere, come diceva Rainer Maria Rilke, è tutto nella vita". Eugenio Borgna esordisce così nel primo capitolo di questa sua recente opera. L'illustre psichiatra ha incontrato per la prima volta Antigone al liceo e da quel momento non l'ha dimenticata, anzi; ne ha fatto oggetto di studio dal punto di vista psicologico e umano, alla luce delle emozioni che la figura di questa giovane donna da secoli suscita in chi legge o vede rappresentata sulla scena la sua vicenda. Di capitolo in capitolo, la vicenda di Antigone viene descritta e indagata attraverso diverse emozioni, stati d'animo, modi di essere e di agire: la follia, la solitudine dell'anima, "la vagante speranza" cantata dal coro, la gioia perduta ("quando un uomo perde ogni gioia io ritengo che costui non è vivo, ma un cadavere animato" osserva il messaggero), il suicidio, le leggi dello Stato e quelle del cuore, il senso del vivere e del morire.

Borgna legge e commenta da psichiatra un testo letterario, sede, come egli non cessa di ripetere, di una saggezza senza tempo. Anche in questa luce è molto interessante e consolante leggere verso il finale del saggio: "La poesia ha sempre aiutato la psichiatria a scendere negli abissi dell'interiorità non solo delle pazienti e dei pazienti, ma anche di queste straordinarie figure letterarie, facendone riemergere le linee d'ombra e dando loro un senso".

Al saggio fa seguito il testo della tragedia di Sofocle nella traduzione di Raffaele Cantarella, un elemento che giova al lettore, giovane o adulto che sia, offrendogli la possibilità di riferirsi immediatamente ai passi citati ed esaminati da Borgna con profondo acume.


Eugenio Borgna, Antigone e la sua follia, Il Mulino 2001

martedì 3 maggio 2022

La prima figlia, di Anna Pavignano

Poliana aspetta un bambino, anzi una bambina: di certo, infatti, dopo due maschietti questa gravidanza porterà una bambina. E' facile immaginare una bambina figlia, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua voce prima balbettante e poi chiara e dolce, i suoi primi passi... Ma Poliana non è più giovanissima, un pensiero fisso e ansiogeno si insinua in lei: se la bimba non fosse normale? Quanti piccoli down nascono da madri vicine ai quarant'anni? Mentre l'attesa per l'amniocentesi si prolunga - siamo in estate, nel periodo in cui i più sono in vacanza, e così pure il ginecologo di Poliana - la donna si abbandona all'urgenza e alla sovrabbondanza dei suoi pensieri tra presente, passato e futuro, il futuro più prossimo, quello in cui la bambina nascerà, si chiamerà Cristina e avrà la sindrome di down. Come si cresce una bimba down? Come si lascia una figlia down una volta che, diventati vecchi, dobbiamo andarcene da questo mondo?

Durante l'attesa, nel vortice dei suoi pensieri, si apre una pausa. Poliana incontra Antonio, che ha una lunga consuetudine con l'ospedale perché vi trascorre i suoi giorni assistendo la moglie malata. L'uomo è empatico e premuroso, gentile e simpatico. E tuttavia nasconde un segreto, forse una bugia, qualcosa, comunque, che accentua in Poliana la dimensione irreale di quel tempo sospeso, in attesa. E, insieme, le riapre il sipario sul mondo reale, su una dimensione che svela segreti e perdona bugie.

Questo nuovo romanzo di Anna Pavignano narra la maternità, i sentimenti che essa suscita nei genitori, in particolare nelle madri, quando vivono in simbiosi profonda con i nascituri tutto il loro tempo e quando, dopo la nascita, si trovano immerse in quell'amore per i figli che "è il più difficile da spiegare, è un sentimento viscerale, che non è generarli con la propria carne, ma soprattutto nutrirli, tenerli in braccio, consolarli, pulirli, annusarli. Si sente l'amore guardandoli, i bambini, e come di fronte all'arte ci riempiamo gli occhi delle forme rotonde, piene, lisce dei loro profili, la lucentezza dei loro capelli, la purezza degli sguardi, l'armonia inconsapevole dei loro gesti" (p. 40).

La prima figlia è il monologo di una donna che attraversa la noche oscura del alma, trasportata dal buio dei pensieri più tristi e negativi, tormentata dall'immaginazione di come potrà essere il futuro quotidiano della sua bambina down - e anche quello dei genitori e dei fratelli - e che tuttavia intravede qualche spiraglio di luce, qualche chiaro raggio, grazie soprattutto agli incontri che l'anticamera e le stanze dell'ospedale le donano.

La lettura ci coinvolge e ci trascina, è difficile sospenderla, fare pause. Vogliamo sapere, vogliamo arrivare alla fine, là dove il finale ci sorprende (con un sorriso).

Anna Pavignano, La prima figlia, E/O 2021

domenica 1 maggio 2022

I sepolti vivi, di Gianni Rodari

I sepolti vivi è la trasposizione in immagini del reportage scritto da Gianni Rodari per la rivista Vie nuove (n. 27-1952), fondata da Luigi Longo e ispirata agli ideali del partito Comunista Italiano. L'articolo, qui nella forma di graphic novel è stato pubblicato nell’ottobre 2020 in occasione del centenario della nascita di Rodari. Il libro  si apre con una prefazione di Gad Lerner che, tra l'altro, scrive: "Il giornalista capace di far sprigionare la vicenda umana racchiusa in quel drammatico conflitto per la difesa del lavoro preannuncia nel suo resoconto di cronaca la sensibilità di un grande scrittore. Si chiama Gianni Rodari. E' capace di immedesimarsi nell'umile eroismo della resistenza operaia con la semplicità e la poesia che ne faranno il maestro della letteratura italiana per l'infanzia".

La vicenda si svolge nel 1952 a Cabernadi, nell’anconetano, dove c’è lminiera di zolfo più grande d’Europa. Trecento minatori scendono nelle viscere della terra, nel buio insano di pozzi e gallerie, a oltre 500 metri di profondità, per impedire 860 licenziamenti e la dismissione dell’area.

Ma perché l'estrazione di minerale tanto ricercato dalle industrie non solo italiane e di conseguenza redditizia viene interrotta? Rodari lo spiega in modo chiaro: " ... il mondo è piccolo per i monopoli. C'è un filo rosso che lega i fatti di Cabernardi alla guerra coreana. L'aggressione USA ha fatto salire alle stelle il prezzo dello zolfo e dei suoi derivati, ne ha aumentato la domanda ed ha creato le condizioni internazionali per l'attuale politica della Montecatini (proprietaria della miniera, n.d.r.). [...] Inghilterra, Francia e Germania hanno bisogno dello zolfo italiano per le loro industrie chimiche. La Montecatini ha risposto alla crescente domanda inaugurando nelle miniere culture di rapina, invece di cercare nuovi giacimenti".

L'attenzione di Rodari giornalista si volge anche, in modo particolare e con toni da romanzo, alle donne che affrontarono i quaranta giorni dell’occupazione con grande coraggio. Il libro, che si deve a un’idea di Ciro Saltarelli e rievoca la vicenda e i suoi protagonisti attraverso i disegni di di Silvia Rocchi, offre ai lettori immagini molto efficaci della vita dei minatori nel ventre della terra e delle loro famiglie in superficie, ponendo l'accento sui legami di solidarietà e affetti che mai si interrompono.
Fa seguito alla narrazione per immagini il testo integrale del reportage di Rodari.


Gianni Rodari, I sepolti vivi, Einaudi Ragazzi 2020