domenica 25 novembre 2012

lunedì 5 novembre 2012

Giacomino e le ghiande, di Tim Bowley e Inés Vilpi

Questo è un albo per bambini proprio di stagione. Da qualche settimana, infatti, le ghiande stanno cadendo a terra dalle querce e non sarà difficile accompagnare in un parco o in un viale i piccoli lettori e lettrici che vorranno imitare Giacomino. Il libro comincia con Giacomino che pianta una ghianda, ma uno scoiattolo se la prende e la nasconde. Giacomino non si scoraggia, pianta una nuova ghianda, che germoglia; però anche questa volta si verifica un inconveniente. E diversi altri ne seguiranno. Tuttavia Giacomino continua a piantare le sue ghiande, con grande fiducia, fino a quando una attecchisce e, con il tempo, diviene una grande quercia dall'ampia, fresca, ombra. E la storia continua...
La vicenda di Giacomino ricorda, trasportata in ambito infantile (è infatti adatta a bimbi da 4 a 6-7 anni), quella di Elzéard Bouffier, il protagonista de L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono; trasmette ammirazione per la tenacia del protagonista e per il suo amore per le piante. Invita i bimbi a divenire piccoli giardinieri.
L'illustrazione è calda, luminosa, dal tratto semplice ed essenziale; ricca di colori, evoca in qualche modo il disegno infantile.
 
 
Tim Bowley e Inés Vilpi, Giacomino e le ghiande, Kalandraka Editrice 2012 

domenica 4 novembre 2012

Obbedienza e libertà, di Vito Mancuso

“Il mio obiettivo consiste nel promuovere pubblicamente la libera ricerca spirituale, all'insegna di una teologia che non risponda al principio di autorità ma a quello ben diverso di autenticità. A tale riguardo la prima indispensabile condizione è la libertà, anzitutto della mente. Ma esiste una seconda condizione, altrettanto essenziale, che è l'amore per la verità...” in questa frase troviamo, sintetizzato all'estremo, il senso di questo libro e, più in generale, di tutta la ricerca teologica di Vito Mancuso.
Parlare di verità ripercorrendo la storia della Chiesa cattolica significa incontrare sulla propria strada momenti e fatti nei quali l'esercizio del potere temporale snaturò completamente il messaggio di liberazione di Gesù. Significa incontrare Jan Hus e Giordano Bruno, entrambi arsi vivi e Francesco Pucci, decapitato nelle carceri papali, e Galileo umiliato e penitente e tanti altri uomini e donne mandati a morte in modo crudele ed ingiusto dalla romana Inquisizione. Ogni libertà di pensiero e di coscienza veniva negata, con violenza. E questa violenza, che pretendeva quell'obbedienza cieca ed acritica che fa leva sulla paura, fu decisiva nella costruzione della istituzione ecclesiastica e della stessa dottrina.
In appendice al saggio possiamo leggere un Elenco provvisorio degli italiani uccisi in quanto “eretici”. Chi fa prevalere il principio di autorità, cioè l'obbedienza, giustificherà e riterrà perfino “naturale” questa storia di ingiustizie e di condanne. Chi ricerca la verità, nella libertà e nell'autenticità, sa che la condanna esplicita ed incondizionata di questi crimini potrebbe restituire alla stessa Chiesa l'autentica e piena dimensione spirituale che è la sua vocazione originaria.
Gli otto capitoli del libro sono così intitolati: L'Inquisizione e la dottrina; Sul motto episcopale di Martini: pro veritate adversa diligere; La teologia politica del Grande Inquisitore; L'anima spirituale, ovvero la libertà; Il primato della coscienza; Laicità; Dialogo tra le religioni, Teologia e libertà della mente.
Ferdinando Camon concluse la sua recensione al libro, apparsa su LA STAMPA, del 9 aprile 2012, con questa considerazione: “[Mancuso] afferma lo scontro fra obbedienza e coscienza, fra dottrina e bene: se scopo della vita è fare il bene, è anche lasciar perdere la dottrina. I suoi libri sono gioiosi e trionfali per i non cattolici, atroci e dolorosi per i cattolici. E questo più degli altri.”
 

Vito Mancuso, Obbedienza e libertà. Critica e rinnovamento della coscienza cristiana, Fazi 2012.