domenica 13 marzo 2016

Diario minimo, di Umberto Eco

Alla fine degli anni Cinquanta Umberto Eco scrisse per la rivista "Il Verri" una serie di articoli di costume e di parodie letterarie che poi apparvero in volume nel 1963 presso Mondadori con il titolo di  Diario Minimo.  Si trattava, come osservò lo stesso autore in una nota all'edizione 1975, di "falsi saggi che hanno avuto la ventura di piacere al pubblico e di essere adattati nelle edizioni scolastiche (come è avvenuto al pamphlet su Cuore) o di entrare a far parte di un repertorio di citazioni d'obbligo, come l'analisi di Mike Bongiorno.
E' ancora molto godibile questo pezzo del 1961 sul rapporto tra conduttore televisivo e spettatore: la televisione, osserva Eco, non propone ideali elevati, mete alte e irraggiungibili, così nella bellezza, come nella cultura o nella morale. La proposta televisiva si pone sempre nell'ambito della "medietà" (allora, aggiungeremmo, perché ora la proposta televisiva, specialmente sulle reti dette "libere", è quasi sempre decisamente bassa per non dire infima). Per la tv dunque l'ideale in cui immedesimarsi è l'everyman, non il superman. Di qui il successo di Mike Bongiorno perché "in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita traspare una mediocrità assoluta unita [...] ad un fascino immediato e spontaneo". Mike Bongiorno appare al pubblico come esempio di persona mediocre, condizione comune a molti, stato facile e possibilissimo da raggiungere e da imitare - conclude Eco - "in lui si annulla la tensione tra l'essere e il dover essere" e per questo piace ed è amato.
Altro famosissimo capitolo del libro è Elogio di Franti (1962), il personaggio del libro Cuore di De Amicis, scritto, come tutti sanno in forma di diario da Enrico, bambino che incarna idealità ed obbedienze borghesi tipiche della Torino post risorgimentale. L'elogio costituisce, da parte di Eco, una rivendicazione della dignità dell'emarginato per condizioni sociali e culturali: "Il riso di Franti è qualcosa che distrugge, ed è considerato malvagità solo perché Enrico identifica il Bene con l'ordine esistente in cui si ingrassa. Ma se il Bene è solo ciò che una società riconosce come favorevole, il Male sarà soltanto ciò che si oppone...": nel romanzo Franti viene espulso, mentre nella storia i Franti possono rivendicare diritti e dignità per i più poveri.
Pezzi di costume, dunque, nel libro e parodie letterarie gustose: Manzoni letto come fosse Joyce; Milano esplorata da un antropologo; il Paradiso come i corridoi di Montecitorio. Divertissements, certo, ma anche esercizi intellettuali acuti, talvolta profetici.
 
Umberto Eco, Diario minimo, Mondadori 1975