martedì 14 giugno 2011

La glorie de mon père, di Marcel Pagnol

"Sono nato nella città di Aubagne, sotto il Garlaban incoronato di capre, al tempo degli ultimi caprai.
Garlaban è un'enorme torre di rocce blu, piantata sul bordo del Plan de l'Aigle, immenso altopiano roccioso che domina la verde vallata dell'Huveaune.
La torre è un po' più larga che alta: ma, poiché esce dalla roccia a seicento metri di altitudine, si eleva molto alta nel cielo di Provenza e spesso una nuvola bianca di luglio va lì a riposarsi un momento.
Non è dunque una montagna, ma non è più una collina: è Garlaban, dove gli esploratori di Mario, quando videro, nel profondo della notte, un fuoco che brillava sulla mantagna Sainte Victoire, accesero un fuoco di sterpaglie: quell'uccello rosso volò di collina in collina nella notte di giugno e, posandosi infine sulla rupe del Campidoglio, annunciò a Roma che le sue legioni di Gallia avevano trucidato, nella piana di Aix, i centomila barbari di Teutobocuhs.
Mio padre era il quinto figlio di un tagliatore di pietra di Valréas, vicino a Orange."

La gloire de mon père, la cui prima edizione risale al 1957, è la storia dei primi anni d'infanzia di Pagnol (1895 - 1974), scrittore, drammaturgo e cineasta francese. Il libro, la cui stesura l'autore iniziò dopo l'elezione all'Académie Française, è il primo della serie dei "ricordi d'infanzia". Dopo un'introduzione dedicata alla storia di famiglia, il romanzo narra una mitica estate in collina, durante la quale Marcel e il fratellino Paul scoprono cortili brulicanti d'insetti, boschi avventurosi, monti e vallate, libertà dei giochi all'aperto. E tutto è narrato con lo stupore ed il candore dell'infanzia, quando dietro ogni albero si cela un'avventura, ogni adulto a cui si vuol bene è un gigante meraviglioso e invincibile.