mercoledì 30 dicembre 2009

La notte efferata

Così, se la gente non facesse tante storie con il Natale, ci sarebbero meno tragedie. E' delusa, la gente, per forza. E questo scatena dei drammi. Solo in ufficio, Adamsberg scarabocchiava (...) Era il 24 dicembre, una sera speciale, tutti gli altri erano fuori. Si accingevano a festeggiare l'entrata in scena dell'inverno. Alcuni non se la sarebbero persa per nulla al mondo, i più non erano riusciti a sottrarsi. Per Jean-Baptiste Adamsberg era diverso: temeva il Natale e si teneva pronto. Natale e la sua sfilza di incidenti. Natale e la sua legione di drammi. Natale, la notte efferata. (...) Si alzò lentamente e andò ad appoggiare la fronte contro il vetro appannato. Fuori, ghirlande di lampadine gettavano brevi lampi sui corpi dei barboni, congelati, rintanati negli angoli. Tentò di calcolare quanti soldi si fossero polverizzati così, per tre settimane, nel cielo di Parigi, senza che una sola moneta finisse in tasca ai vagabondi. Natale, la notte della condivisione. (pag. 51)
La notte efferata è uno dei tre racconti di Scorre la Senna, di Fred Vargas, Einaudi Editore 2009.

sabato 26 dicembre 2009

L'étoile, di Edmond Rostand

Ils perdirent l'Etoile, un soir; pourquoi perd-on
L'Etoile ? Pour l'avoir parfois trop regardée.
Les deux rois blancs étant des savants de Chaldée,
Tracèrent sur le sol des cercles au bâton.

Ils firent des calculs, grattèrent leur menton.
Mais l'étoile avait fui, comme fuit une idée.
Et ces hommes dont l'âme eut soif d'être guidée
Pleurèrent, en dressant des tentes de coton.

Mais le pauvre Roi noir, méprisé des deux autres
Se dit : " Pensons aux soifs qui ne sont pas les nôtres,
Il faut donner quand même à boire aux animaux. "

Et, tandis qu'il tenait son seau par son anse,
Dans l'humble rond de ciel où buvaient les chameaux
Il vit l'Etoile d'or, qui dansait en silence.


***

La stella
Perdettero la Stella, una sera. Perché si perde
la Stella ? Forse per averla troppo guardata.
I due re bianchi, che erano dotti di Caldea,
tracciarono cerchi per terra col compasso.

Fecero calcoli, si grattarono il mento.
Ma la stella era fuggita, come fugge un'idea.
E quegli uomini, anime assetate di una guida,
piansero piantando tende di cotone.

Ma il povero Re nero, dagli altri disprezzato,
si disse: "Pensiamo alla sete che non è nostra,
bisogna almeno dar da bere gli animali. "
E mentre reggeva il secchio per il manico
nell'umile cerchio di cielo in cui bevevano i cammelli
vide la Stella d'oro, che in silenzio danzava.

(Traduzione di Eleonora Bellini)


lunedì 14 dicembre 2009

Una poesia di Natale per i bambini

Poesia sulla carta da pacco

Pensate per Natale
a qualcosa di speciale?
Prendete la scatola delle matite,
ma che siano bene appuntite,
un foglio di carta marrone
(la carta da pacco, quella
che ha lo stesso colore del sacco
dei doni di Babbo Natale,
se no il gioco non vale)
e poi sulla carta tracciate
strofe e rime colorate,
versi allegri e buoni
per avvolgere i doni.
Per la mamma sul pacchetto
scrivete la poesia del bacetto
della buonanotte, con tante scuse
per le sue belle tazzine rotte.
Sul regalo di papà
la filastrocca del gol che fa
la sua squadra del cuore,
e anche un rombo di motore
per tornare a casa prima la sera
a raccontarvi una storia vera.
Per avvolgere il dono di Piero,
la storia in versi dell'uomo nero
(che non esiste, è tutta una finta
questa fandonia di fosca tinta,
ed è certo che non verrà,
questa è la pura verità).
Sopra il pacchetto di zia Rita
ci sarà un grande via vai di dita
a significare la velocità
con cui un maglione sferruzza e fa.
Sopra il pacchetto di nonno Michele
disegnate api d'oro ed un vaso di miele
per combattere quella sua tosse...
E contro il freddo pantofole rosse
saranno il dono per nonna Pia,
in carta d'argento con poesia.
Se poi di regali ancora ne avete
continuate le rime finché stanchi non siete.

da "Una scatola piena di treni, margherite, triangoli" di Eleonora Bellini