domenica 7 giugno 2009

Per i bambini: l'agnellino

Una chiara mattina di primavera
- ascoltate, che è storia vera! –
nonno Pino appena alzato
apre la porta ed esce nel prato.

Nonno lavora con zappa e rastrello,
innaffiatoio, guanti e cappello:
nel suo piccolo prato già son fiorite
ben quattro viole e tre margherite.

Mentre si aggira indaffarato
il nonno si scuote udendo un belato:
“Chi sarà mai che bela al mattino?
Non vedo nessuno qui nel giardino”.

Ma un fiocco di lana sul biancospino
è il ricciolo nuovo di un agnellino:
un ramo oscilla come fatato,
si apre la siepe, il mistero è svelato.

Su quattro zampette un poco tremanti
il piccolo agnello già viene avanti,
arriva accanto a nonno Pino,
gli lecca le scarpe, gli fruga il taschino.

E’ Pasqua oggi ed è proprio bello
vedere il nonno che abbraccia l’agnello
e con le campane dal suono spiegato
cantare l’uomo, innalzarsi il belato.


Eleonora Bellini

lunedì 1 giugno 2009

Lettera a mia zia sul corretto approccio alla poesia moderna, di Dylan Thomas

Per te, zia mia, che vorresti esplorare
il Chankley Bore letterario,
duro è il sentiero perché tu non sei
un'ottentotta letteraria
ma sei una colta e gentile signora
che non conosce Eliot (a suo disdoro).
E' un'onta, zia, che tu non scorga
nessun talento in David G.
e nessuna armonia, nessuna forma,
in Ezra Pound e T. S. E.
E' un'onta, zia! Ora ti mostrerò
come elevare la mediocrità
e salire a vedere il panorama
da una moderna altezza parnassiana.

Primo, compra un cappello,
non un modello di Parigi
ma di quelli che indossano gli svizzeri
quando yodellano, una cosa a bombetta
con qualche piuma per nascondere la vista;
e poi scendi in strade con i sandali
(i pittori moderni usano i piedi
sopra strisce di tela per dipingere
le loro mogli e madri meno i fianchi).

Forse sarebbe meglio che creassi
qualcosa di novissimo,
un romazetto osceno scritto in erse
o in distici gallesi in senso inverso;
oppure quadri sul dorso di giubbetti
o salmi sanscriti su lebbrosi petti.
Ma se ciò risultasse in-attuabile
andrà bene lo stesso,
potrai scrivere quello che ti piace,
e far versi moderni è alquanto facile.
Non ti dimenticare che "mignatta"
fa rima con "mignotta" in questi tempi inquieti
e che le virgole sono il peggor delitto.
Pochi intendono Cummings, e pochi
i bassifondi mentali di Joyce,
e pochi le chiacchiere in codice
del giovane Auden: d'altronde
sono i pochi che contano.
Non essere mai chiara, non esprimere
nessun pensiero o sentimento,
se vuoi sentirti proclamere grande,
(pensare, lo sappiamo, è decadente);
non tralasciare parole vitali
come pancia, (...) e genitali,
perché sono tutte cose che hanno parte
(e quale parte) in ogni buona arte.
Ricordati: ogni rosa è verminosa,
ed ogni bella donna è contagiosa;
e ancora questo: l'amore dipende
da come il guanto gallico pende.
Rammenta inoltre che la vita è inferno;
e il paradiso ha un tanfo
d'angeli putrescenti che su e giù
fanno una gran baldoria dentro il blu.
Con questo in mente cosa fermerà
l'ascesa del poeta verso la sommità?

Un'ultima avvertenza: prima che ti comincino
le convulsioni dell'arte,
togliti il cuore, elimina il cervello;
senza questo flagello, potrai sì
essere un genio come David G.

Fatti coraggio, zia, e manda la tua roba
a Geoffrey Grigson con il mio "soffietto",
e possa io vivere ancora
per godere il successo dei tuoi versi
nell'accendere il fuoco.

(traduzione di Ariodante Marianni)