martedì 27 agosto 2013

L'ironia della scimmia, di Loriano Macchiavelli


Ha il volto umano e lo sguardo beffardo la scimmia del dipinto settecentesco di Francesco Malagoli, “La scimmia che ride”, quadro di piccole dimensioni e di valore non eccezionale, ma importantissimo nel più recente romanzo di Loriano Macchiavelli, L’ironia della scimmia. Il dipinto, si narra, fu nello studio di Mussolini prigioniero al Gran Sasso e il dittatore vi nascose il proprio testamento. E’ naturale, dunque, che alla scimmia che ride si interessino servizi segreti italiani, inglesi, agenti della CIA deviati estremamente crudeli e violenti, perché non è interesse dei potenti, né allora, né oggi, “divulgare segreti politici della Seconda Guerra Mondiale; rendere pubblici i vergognosi traffici di chi ha sconvolto l’Umanità…”  Abbiamo qui a che fare con una nuova indagine per Sarti Antonio, il questurino bolognese tormentato dalla colite ed amante del buon caffè. Si tratta di un’indagine più ardua del solito, che lo condurrà sino a L’Aquila ed ai suoi monti e che lo metterà di fronte ad un intreccio delittuoso particolarmente intricato: dal “semplice” furto di auto e di opere d’arte, all’omicidio, alla strage, al sospetto di terrorismo internazionale. Sarti Antonio è un uomo onesto, ma non è un eroe; brilla più per memoria che per intelligenza; non ama le armi, né rischiare la pelle. Gli costerà molto, addirittura la subordinazione temporanea al tenente Castillo dell’Arma dei carabinieri, fare un poco di luce sull’intrico tra intrighi del passato e crimini del presente nel quale si trova invischiato: realtà tragiche ed oscure, fantasie indagatrici ma impotenti.

Loriano Machiavelli, L'ironia della scimmia, Mondadori 2013.

 

lunedì 12 agosto 2013

Ingens Sylva, di Enzo Paci

Ingens Sylva è un'opera esemplare di Enzo Paci (1911- 1978), una delle maggiori personalità della nostra filosofia del Novecento. Vi sono esaminate la biografia e l'opera di Giambattista Vico, a partire dal rapporto tra "l'esistenza e l'opera", argomento del primo capitolo: "la vita di G. B. Vico - afferma Paci - avrebbe potuto offrire il contenuto e la materia ad un romanzo di Thomas Mann, scrittore che certamente avrebbe visto, nella malattia e nel carattere di Vico, il segno del suo destino di uomo dello spirito" (p. 3). Nella vita del filosofo napoletano, sostiene Paci, "sono in lotta due opposti motivi, un motivo pessimistico ed uno ottimistico [...], due opposte tendenze che si esprimono in forma dualistica tra finitezza umana, "bestialità", e valore dell'opera, "eroicità" dell'uomo. La prima espressione di tale crisi è presente nella "lucreziana" canzone giovanile del Vico, Affetti di un disperato. Le "aspre selve, solinghe, orride e meste" di Vatolla, nel Cilento, paese in cui il filosofo soggiornò come precettore per ben nove anni, vengono contrapposte nella canzone ad una chiesetta, umile e modesta, ma inconfondibile "segno di civiltà". Sono gli anni della crisi religiosa ed esistenziale del Vico, anni che segnano la nascita e l'indirizzo del suo pensiero, profondamente "nuovo" ed originale, non ignaro né dei grandi dell'antichità né del nuovo pensiero scientifico che si andava affermando (Gassendi).
Segue l'analisi delle opere successive del Vico, sempre alla luce di questo dualismo. E' una lettura, quella di Paci, che si differenzia di molto dalle letture idealistiche dell'opera vichiana allora dominanti. L'interesse di Paci per Vico, infatti, è contemporaneo al suo approfondito confronto con Croce sul tema del "vitale".
"... in Vico è possibile ritrovare una vera e propria metodologia della storia" conclude Paci "che coincide con la sua filosofia e nella quale viene risolto il problema del rapporto tra filologia e filosofia" (philologia atque philosophia geminae ortae). La sintesi dialettica "natura-spirito" è resa possibile secondo Vico dal mito, dalla fantasia, dall'immagine che l'uomo "crea" e con la quale comprende il passato e lo proietta nel futuro: l'uomo è il medium tra natura e storia, tra bestialità e spirito.  
Detto in soldoni: Vico considera approfonditamente la "verità" delle visioni filosofiche di Epicuro, di Lucrezio, le ricerche e le affermazioni della scienza nascente all'età sua. Quando i "bestioni" avvertono l'esistenza di sé e del mondo fuori di sé, nasce il mito, l'uomo "rappresenta la trascendenza nella verità del senso", crea i propri dei e nasce il cammino che rende possibile la sintesi della civiltà: a partire dal senso, attraverso l'immagine, l'arcano si traforma in ragione spiegata.

Enzo Paci, Ingens Sylva, Bompiani 1994, con Introduzione di Vincenzo Vitiello

giovedì 8 agosto 2013

L'inspiration, di Raymond Queneau


De son juchoir
la poule laisse choir
un oeuf
c’est une imprudence
un moment d’absence
mais il tombe pouf
dans la paille:
la fermière était prévoyante
combien de poèmes brisés
que ne recueille aucun recueil.

L'ispirazione

Dal suo trespolo
la gallina lascia cadere
un uovo
è un'imprudenza
un attimo di assenza
ma quello cade puf
nella paglia:
la contadina è stata previdente
quante poesie infrante
che nessun raccolto raccoglie.


Trad. Eleonora Bellini

venerdì 2 agosto 2013

Saturno, di Serge Quadruppani

Una strage senza motivo apparente si consuma alle terme di Saturnia, affollate di turisti un pomeriggio d'estate. Siamo alla vigilia del G8 de L'Aquila. Si tratta dunque di un atto di terrorismo di Al-Qaeda? E allora perché viene incaricata delle indagini un'esperta antimafia, la commissaria Simona Tavianello? Il triplice assassinio appare subito e con tutta evidenza opera di un killer esperto. La commissaria Simona, ostacolata dai superiori e forse anche da quei servizi segreti che sempre hanno interesse ad intorbidare le acque, segue una sua pista (che esclude sia il terrorismo sia la mafia), a partire dal filmato di un investigatore privato presente sul luogo del delitto perché intento a seguire una donna sospettata di adulterio. Presto il quadro si complica: il killer e l'investigatore privato si muovono in Italia e all'estero; i parenti delle vittime fondano un'associazione tesa ad ottenere giustizia; il campo di indagine coinvolge l'alta finanza, il capitalismo internazionale, comitati d'affari per nulla puliti. Quadruppani racconta una storia complessa, nella quale si mescolano oscuri complotti e semplici scorci di vita familiare, vendette di uomini e di animali, vittime innocenti e vittime colpevoli, potenti della politica e potenti dell'economia. Una storia tesa, che si fa leggere d'un fiato e che non è priva di ironia e di notazioni "dall'esterno" sul nostro spaesato Paese, come questa: "Uno degli apparecchi era stato noleggiato da una rete televisiva italiana di proprietà del premier, l'altro di una delle tivù di Stato sotto il suo diretto potere".

Serge Quadruppani, Saturno, Einaudi 2013. Trad. di M. Loria
Quadruppani, da WIKIPEDIA.fr