giovedì 30 novembre 2023

La dissoluzione della democrazia. Scritti 2007-2022, di Fausto Bertinotti

Fausto Bertinotti è stato sindacalista e politico di rilievo dal secondo Novecento fino al primo decennio del Duemila. Segretario del partito della Rifondazione Comunista, deputato ed europarlamentare, è stato Presidente della Camera tra il 2006 e il 2008. Sempre per Castelvecchi ha pubblicato nel 2015 Colpita al cuore. Perché l’Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro, volume in cui indagava i mutamenti sopravvenuti nell’economia e nel mercato, a scapito di quanto è affermato nell’Art. 1 della Costituzione. In questo libro, curato e introdotto da Alfonso Gianni e con la postfazione di Giso Amendola, gli editoriali scelti e messi a disposizione dei lettori seguono un filo conduttore che permette di evidenziare “l’involuzione dei processi intervenuti in questi ultimi quindici anni nei quali alcuni hanno visto una vera e propria grande regressione” nel segno della dissoluzione della democrazia, se e quando questa non è stata saldamente connessa alla dimensione sociale, quella che Norberto Bobbio definiva “democrazia economica”.

La recensione per intero si legge qui: La dissoluzione della democrazia – Scritti 2007-2022 | Mangialibri dal 2005 mai una dieta

Fausto Bertinotti, La dissoluzione della democrazia. Scritti 2007-2022, Castelvecchi Editore 2023 


lunedì 20 novembre 2023

I dialetti dall'archeologia dei ricordi alle nuove frontiere letterarie, di Ernesto Ferrero

Il breve saggio, che contiene il testo della prolusione tenuta dall'autore al Premio di poesia e traduzione poetica "Achille Marazza" 1996, esordisce con Alessandro Manzoni il quale, nel corso delle sue lunghe e approfondite riflessioni sulla lingua, si interrogò ripetutamente "sull'impossibilità della parola dialettale di sollevarsi oltre l'orizzonte circoscritto del particolare". Eppure, ricorda Ferrero, nello stesso periodo Carlo Cattaneo difendeva la letteratura milanese che intendeva non come espressione legata alla "glorìola municipale", ma come esempio di partecipazione alla realtà e alle sue variegate espressioni. E Gianfranco Contini, oltre un secolo dopo, avvalorerà questa seconda tesi, notando che "L'italiana è sostanzialmente l'unica grande letteratura nazionale la cui produzione dialettale faccia visceralmente, inscindibilmente corpo col restante patrimonio". Dopo il riferimento ai tre grandi, l'autore prosegue citando esempi di evoluzione della poesia in dialetto dal Settecento fino al Novecento che vide nascere testi di chiara originalità e di esemplare sostanza: da Pasolini a Loi, da Baldini a Scataglini, a Guerra, a Bertolani, a Pierro. Forse, osserva Ferrero, "cacciata dalle pianure del miracolo economico o del villaggio globale, la poesia si rifugia sulle colline e sulle montagne di una sua guerriglia non solo letteraria, ma anche civile, confidando in tempi migliori". 

La poesia dialettale ha probabilmente pochi lettori, ma ottimi, risponde Ferrero a chi gli chiede quanti possano essere i lettori di poesia e tanto più in dialetto. I poeti dialettali, osserva infatti, hanno goduto negli ultimi decenni del Novecento di attenzioni eccezionali da parte di critici come Contini, Isella, Segre, Mengaldo, Folena, Corti, Brevini. E proprio con una citazione di Brevini Ferrero conclude: - "testimoniare la differenza, custodire l'altro". Ecco il senso profondo della poesia in dialetto -. 

Ernesto Ferrero, che ci ha lasciato pochi giorni fa, è stato membro della giuria del Premio Marazza dal 1996 al 2009. Con l’intento di avvicinare la poesia alle più giovani generazioni, nel 2000, proprio a seguito di un suo suggerimento, venne istituita una sezione di traduzione dedicata agli studenti delle scuole medie superiori e agli universitari della Province di Novara, Biella, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. Le prove di traduzione da lingue antiche e moderne, scelte in collaborazione con i docenti dell'Università del Piemonte Orientale si tenevano presso la Fondazione Marazza. Sempre per i Quaderni del Premio Marazza, Ferrero scrisse "Il poeta è come l'ape", in ricordo e memoria di Giorgio Calcagno, giornalista e poeta di rare umanità e finezza, anch'egli componente della giuria (2006).


Ernesto Ferrero, I dialetti dall'archeologia del ricordi alle nuove frontiere letterarie, Fondazione Achille Marazza 1996, a cura di Eleonora Bellini


venerdì 17 novembre 2023

Mai più Vajont 1963/2023, di Paolo Di Stefano e Riccardo Iacona

"Sessant'anni fa un'enorme frana di 270 milioni di metri cubi di roccia e terra precipitò dal Monte Toc nel bacino della diga del Vajont, una delle più alte del mondo: nel cadere dentro l'invaso artificiale, la frana sollevò un'onda che scavalcò la diga e precipitando nel fondovalle cancellò cinque paesi, tra cui Longarone, e uccise 1917 persone". Questa la sintesi di una tragedia annunciata da relazioni tecniche e da articoli di giornale, dai timori della stessa popolazione locale, ma volutamente ignorata dalle aziende costruttrici. Questo volume raccoglie, nei capitoli introduttivi i saggi dei due autori a cui seguono numerosi articoli tratti dai giornali dell'epoca. Spiccano tra questi le denunce, chiare e circostanziate, di Tina Merlin, apparse sul quotidiano l'Unità: i valligiani lamentano gli espropri e i danneggiamenti ai propri terreni,  perpetrati dalla società costruttrice della diga, ed esprimano i propri timori per quel "bacino artificiale di 150 milioni di metri cubi d'acqua, che un domani, erodendo il terreno di natura franosa, potrebbero far sprofondare le case nel lago". Successe di peggio, in una sola notte. Eppure la Merlin e il direttore del suo giornale furono querelati dall'Enel-Sade responsabile dei lavori; ma furono poi assolti dal tribunale di Milano che nella sentenza scrisse chiaramente che la diga del Vajont rappresentava un pericolo per il paese di Erto.

Notava Sandro Viola su L'espresso del 20 novembre di quell'anno: "Lo sapevano tutti. Quando il presidente del Consiglio Giovanni Leone è giunto sul luogo del disastro, la prima cosa che deve aver capito è questa. A Longarone c'era l'incubo della diga. [...] Oltre all'incubo, poi, c'era un dossier della diga: e questo dossier peserà un paio di chili". Conteneva: ordini del giorni di consigli comunali, sentenze della magistratura, relazioni su azioni di protesta dei cittadini, relazioni e perizie tecniche, interpellanze parlamentari; una serie di documenti raccolti e prodotti in circa cinque anni. Ma i provvedimenti tardarono, l'incolumità della popolazione fu sottovalutata. 

La lezione del Vajont ha insegnato qualcosa? Non si direbbe. Altri disastri e altre tragedie hanno insanguinato città e paesi e nessuna è stata fatalità né tragico evento di natura. In Italia è difficile, ora come allora, scrollarsi di dosso la corruzione, il pressapochismo, non emarginare chi, con competenza e cognizione di causa, fa notare i pericoli. Basterebbe l'esempio attuale dell'aumento globale della temperatura e della necessità di combatterlo nel modo più tempestivo possibile. Invece, perfino dai più alti scranni, si ignora l'urgenza, si assecondano i fautori del negazionismo. Ma il cambiamento climatico è da "curare prima, perché dopo ormai è troppo tardi" fa notare Riccardo Iacona.

Paolo Di Stefano e Riccardo Iacona, Mai più Vajont 1963/2023. Una storia che ci parla ancora, Corriere della Sera 2023
  

giovedì 9 novembre 2023

Montessori prima di Montessori, di Valeria P. Babini

Maria Montessori si laurea in medicina il 19 luglio 1896 con una tesi in clinica psichiatrica, il cui titolo è “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”. Appena conseguita la laurea, Maria scrive all’amica Clara, di cui poco o nulla conosciamo, una lunga lettera nella quale racconta quale e quanta energia e determinazione dovette trovare e coltivare in se stessa per realizzare il sogno, inedito e difficile per una donna, di diventare “medichessa”. Sono, quelli, gli anni del positivismo, in cui la scienza medica raffigura la donna “come coacervo di caratteristiche difformi e contraddittorie, luogo dell’irrazionalità e del mistero”, ricorda Babini. Infatti, quando Maria, nel 1890, si iscrive all’università, è proprio la medicina, che lei desidera apprendere ed esercitare, a decretare l’inferiorità delle donne, a causa della loro emotività. 

La recensione integrale è su Mangialibri al link Montessori prima di Montessori | Mangialibri dal 2005 mai una dieta

Valeria P. Babini, Montessori prima di Montessori, Fefè Editore 2023

sabato 4 novembre 2023

Il canto dei merli, di Katya Balen

"C'è musica dappertutto – se sai metterti in ascolto". Così inizia la storia di Annie, che ama la musica e potrebbe diventare una promettente musicista. Annie sente e riconosce note e ritmi musicali ovunque: nello scalpiccio dei passi quando cammina, nella lattina vuota di una bibita che rotola per strada, nel cigolio della porta che si apre, nella voce della mamma che la chiama. Ma non nel rumore dei vetri rotti, né in quello della lamiera dell'auto che si accartoccia. L'incidente d'auto che ha subito ha causato alla ragazzina diversi e lunghi problemi di salute, tanto che la mamma ha dovuto lasciare il lavoro per un lungo periodo e che, in conseguenza di ciò, madre e figlia sono state costrette a cambiare residenza, trasferendosi dalla loro graziosa casetta a un appartamento più economico, che ad Annie non piace affatto. E anche il flauto, che suonava con perizia e passione, non accompagna più le sue giornate: il flauto ha perso le note, la musica tace mentre il suo braccio ferito, la sua mano rattrappita sembrano non dover più riprendere la loro funzionalità. Finché un giorno, nello scampolo di prato vicino a casa, la ragazzina incontra Noah, un suo coetaneo strano ma simpatico, impegnato ad accudire una covata di merli nascosta sotto un cespuglio. Da quel momento pare che qualcosa si risvegli in Annie e pian piano la fanciulla torna a sentire le note, nel canto dei merli soprattutto, ritrovando in sé speranza e volontà. 

Il canto dei merli è il secondo volume della collana di letture resilienti "La locomotiva" (curata da Elena Zizioli, Giulia Franchi, Patrizia Garista) che propone storie di solidarietà, amicizia, coraggio, capacità di reagire alle avversità e di affrontare i cambiamenti. "A volte bastano il canto di un uccello e un giardino segreto, nascosto nel grigio della città, a ricordarci il potere della bellezza e il bisogno di reagire alle avversità per ritrovare noi stessi e la felicità" scrivono le curatrici nella lettera alle lettrici e ai ai lettori che chiude il libro.

Katya Balen, Il canto dei merli, Editoriale Anicia 2023. 
Illustrazioni di Richard Johnson, traduzione di Claudia Camicia.


giovedì 2 novembre 2023

Italo Calvino saggista e narratore, un quaderno di ICWA per ricordare lo scrittore

In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, ICWA, associazione italiana degli scrittori per ragazzi, ha realizzato un Quaderno in cui sono raccolti i contributi di sette autrici, che presentano altrettanti aspetti dell'opera dello scrittore, con particolare riguardo alla letteratura per ragazzi:

  1. Fiabe italiane: il potere del racconto orale di Sofia Gallo ricorda come la lettura in classe delle fiabe riscritte da Calvino sia capace di incantare i ragazzi, facendo loro scoprire mondi fantastici, ma anche la differenza fra il bene e il male.

  2. Il messaggio sempre attuale de Il barone rampante di Silvia Fuochi ci fa ripercorrere la storia di Cosimo, il bambino che si rifugia su un albero per trascorrere tra quelle fronde l'intera sua vita, e ci ricorda che il diritto di essere se stesso appartiene a ogni bambino.

  3. La scrittura "leggera" delle Lezioni americane di Carla Colmegna evidenzia il metodo di Calvino per rendere la scrittura leggera "procedendo per sottrazione" con arguzia e umorismo.

  4. I libri degli altri di Elena Paparelli introduce al lavoro di Calvino, non solo come scrittore, ma anche come dirigente della casa editrice Einaudi "sommerso da un mare di carte" e come acuto lettore e critico di opere di letteratura contemporanea e universale.

  5. Marcovaldo tra periferia, ecologia e utopia di Eleonora Bellini nota la profetica capacità di Calvino "di interpretare, narrare e anticipare il reale", specie la natura minacciata, il cemento invasivo, i consumi esasperati, con attenzione a questi fenomeni dal punto di vista dei piccoli e degli umili.

  6. A qualcuno piace breve: Calvino a scuola di Annalisa Ponti analizza quali siano le opere calviniane più presenti nelle antologie scolastiche, con riguardo alla scuola secondaria di secondo grado.

  7. Calvino e la Francia di Ginevra Van Deflor riferisce quanto lo scrittore, che soggiornò per diversi anni a Parigi, sia stato e sia ancora apprezzato in Francia, particolarmente per le sue opere fantastiche.

    Il Quaderno di Icwa, ideato e curato da Fulvia Degl'Innocenti (editing e correzione bozze di Monica Tappa, impaginazione e grafica di Manuela Salvi, illustrazione di copertina di Silvia Crocicchi) si può scaricare gratuitamente al linkQuadernoCalvino (icwa.it)