Nel 1841 l'affermato architetto Giovanni Molli di Borgomanero iniziò a progettare il teatro della città di Arona realizzando ben settantadue elaborati grafici su carta con tecniche diverse: matita, china, acquarello-china. Lo riferiscono nella loro relazione (16 giugno 2014) introduttiva all'inventario del fondo - custodito alla Fondazione "Achille Marazza" di Borgomanero - Marinella Bianco, Rosanna Cosentino e Teresa Torricini. Si tratta, scrivono le archiviste, di "planimetria con il teatro di Arona del 29 aprile 1841, studi della pianta, studi di diverse sezioni, prospetti e sezioni del vestibolo, studi e schizzi di cornici e serramenti interni, sezione dell'armatura del tetto, disegno di armatura del tetto del 1842. Sono presenti anche modelli al vero di profili e sagome di particolari costruttivi e spolveri di capitelli".
Di questo prestigioso ed elegante edificio dalla lunga appassionante storia, durata un secolo e mezzo, si occupa ora un documentato e approfondito saggio di Giovanni Di Bella, che ne narra vita e spettacoli, prose e liriche, splendori e nebbie, sempre intrecciandoli alla vita culturale e sociale della cittadina lacustre.
Il volume, di oltre 500 pagine suddivise in quattordici capitoli, conduce i lettori attraverso un lungo viaggio nel tempo di vita del teatro, dalle vicende della sua costruzione all'inaugurazione (1843); dai primi restauri dopo un ventennio circa alle serate di beneficenza per i terremotati; dall'illuminazione a petrolio all'arrivo in teatro dell'energia elettrica; dagli eventi commemorativi di Felice Cavallotti alla "frizzante Belle Époque"; dagli anni della prima guerra mondiale agli spettacoli e incontri del ventennio fascista; dalla nascita del "Nuovo cinema-teatro sociale" nel secondo dopoguerra alla sua trasformazione in Cinema Lux. La struttura fu infine tristemente demolita nel 2007, non essendosi trovato, né nell'ambito pubblico né in quello privato, nessuno disposto investire sulla rinascita in chiave contemporanea di quella vita culturale della quale lo storico edificio era stato testimone e promotore attivo per oltre centocinquant'anni.
Scrive Di Bella concludendo il saggio che, oltre ai meriti storiografici e documentari, ha anche quello di restituire agli aronesi un importante elemento di memoria collettiva della vita cittadina: "quel luogo che per un secolo e mezzo era stato depositario di cultura, tradizione e spettacolo venne sostituito da un nuovo edificio residenziale che solo in alcuni elementi esterni (timpano e portichetto della facciata principale) evoca vagamente il teatro ottocentesco. Da identitario, il luogo è oggi diventato un anonimo non lieu".
Giovanni Di Bella, Arona e il teatro sociale, Compagnia della Rocca 2024
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