lunedì 18 aprile 2016

La contro storia dalla parte degli umiliati. Discorso al Nobel, di Albert Camus

A cura di Antonio Castronuovo è disponibile gratuitamente in nuova traduzione il discorso che Albert Camus tenne a Stoccolma il 10 dicembre 1957, quando gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura (Strade bianche libri testimonianza, emerita ormai, di quella letteratura resistente, nata negli anni Ottanta del Novecento con Stampa Alternativa di Marcello Baraghini, libri di qualità e LIBRI MILLELIRE e che ora prosegue con il laboratorio di idee di Strade Bianche). Scrive il curatore:
 
"Dopo il banchetto d’onore del Nobel è d’uso che il vincitore tenga un discorso nell’antico municipio di Stoccolma, cosa che Camus fece il 10 dicembre 1957. La densità del testo va misurata sull’epoca in cui fu pronunciato, quegli anni Cinquanta gravidi di questioni di coscienza: la guerra fredda, i processi di epurazione, lo stalinismo, l’angoscia atomica, il colonialismo tramontante. Camus guardava con attenzione a quei problemi e, semplicemente, vide che in nome della storia venivano annientati milioni di innocenti, vide che gli intellettuali giustificavano –contacito o palese assenso – il terrore staliniano, e che divinizzando la storia ne avevano fatto unanuova religione, venendo clamorosamente meno al dettato laico: si è infatti laici se,cancellata in sé l’esigenza religiosa, non la si sostituisce con nuove genuflessioni."
 
Il discorso, di grande intensità, si concentra sul ruolo dell'intellettuale e sulla solidarietà - con i poveri, gli umiliati, i diseredati - che deve contraddistinguere la sua ricerca, le sue parole e la sua azione. Camus si sentiva profondamente coinvolto perché era consapevole del fatto che "anche il silenzio ha un significato. Nel momento in cui perfino l'astensione può essere considerata una scelta, punita o lodata che sia, l'artista, che lo voglia o no, è imbarcato. Imbarcato mi pare qui più giusto che impegnato. Non si tratta infatti per l'artista di un impegno volontario, ma piuttosto di un servizio militare obbligatorio. Ogni artista oggi è imbarcato sulla galea del suo tempo" avrebbe detto quattro giorni dopo nella conferenza tenuta nel grande anfiteatro dell'Università di Uppsala.
Lucido e profondo, chiaro e forte, pacato ma non rassegnato, questo breve discorso merita veramente di essere letto, meditato, conservato, specialmente da chi ricopre ruoli di responsabilità sociale, educativa, politica. Perché "lo scrittore non può mettersi oggi al servizio di coloro che fanno la storia: è al servizio di quelli che la subiscono", come si legge nel discorso a pag. 10.
 
Albert Camus, La contro storia dalla parte degli umiliati, Strade Bianche 2016