Arcorass
nel dialetto urbinate significa rincuorarsi, quel
sollevarsi dallo scoramento, dalla stanchezza o dalla delusione, che
ridona forza e lucidità. Anche il lettore non urbinate non troverà difficile la lettura di queste poesie e scoprirà
molto di cui rincuorarsi lui stesso in questa raccolta nella quale dialetto di Urbino e lingua italiana convivono, giocano,
dialogano per raccontare un percorso di vita che si delinea limpido
di coerenza e di passione. Passione
per la poesia e la
letteratura, ma anche passione politica e civile emergono da questi
versi, esperti eppure spontanei, colti eppure spigliati, acuti e non privi
di ironia. Urbino è
la città
di Maria Lenti, la culla e lo spazio della sua personale storia di
vita, degli affetti presenti e di quelli perduti, dei passi
quotidiani, degli spazi accoglienti e familiari, del sole e della neve. Città
delle origini e del cuore, Urbino è
anche città
di grande storia, di letteratura, di arte e illustri studi. Chi vi
nasce e vi trascorre la vita, non solo li conosce, ma li assorbe e
li porta in sé, elementi profondi dello sguardo e del pensiero
quotidiano, panorami della mente. Naturale bellezza. E naturali
nascono in Arcorass
i riferimenti e le citazioni di poeti amati (Leopardi,
Foscolo, Pascoli, Ovidio, Shakespeare, Ungaretti, Rilke, Montale,
Cardarelli, Caproni, Whitman),
compagni di viaggio fedeli, interlocutori di un dialogo profondo.
La
raccolta è introdotta da una nota tecnica di Sanzio Balducci,
docente all’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” che
illustra alcune caratteristiche peculiari tipiche del dialetto
urbinate, appartenente al gruppo delle lingue galliche. In chiusura,
l'appassionata postfazione di Manuel Cohen approfondisce temi ed
elementi e suggerisce percorsi di lettura.
Eccovi, a titolo di esempio,
la prima delle tre poesie eponime
Arcorass 1
arcorass vol dì rincuorarsi
di più e meglio
secondo contesto cadenza intonazione
liberarsi dalla stanchezza
dalla noia dalla fatica
uscire all’aria da una stanza al
chiuso
alla fine di un convegno noioso
di un infinito elenco penoso
lasciare alle spalle una pesantezza
un amore senza più mordente
una relazione incomunicante
incontrare una persona cara
avere un corpo vicino dopo l’amore
un bacio sfiorato sulle labbra
riparare dal freddo dell’inverno
nella casa calda
dall’afa estiva al fresco dello
studio
scorgere la luce nel buio di un
inghippo
tenere al collo le braccia di un
bambino
giungere alla fine di un lavoro lungo
terminare un impegno gravoso
salutare una persona creduta in collera
spegnere la tv e il tumf-tumf di musica
in un bar-pizzeria
ascoltare
il silenzio della notte
dormire
un sonno giusto
fresca
me so’ svejata
tutta
arcorata
E felice sia chi leggerà l'intera raccolta.
Eleonora Bellini
Maria Lenti, Arcorass, Puntoacapo Editrice 2020
Nessun commento:
Posta un commento