La
mattina del 22 agosto 1966 il signor Malabaila entrò
per la prima volta nella vita di Primo Levi. Ma chi era questo
Malabaila? Era, certo, il proprietario di un'officina
elettromeccanica di Corso Giulio Cesare a Torino, corso che lo
scrittore percorreva ogni mattina per andare al lavoro. Ma non fu
costui ad accompagnare Levi quel giorno nell'ufficio di Roberto
Cerati, potente responsabile commerciale dell'Einaudi. Ma non fu di
costui che Levi e Cerati discussero quella mattina, bensì di un
Malabaila nom del plume
con
il quale sarebbero dovuti uscire a settembre gli originali e acuti
racconti fantascientifici raccolti sotto il titolo Storie
naturali. A
questi racconti Primo Levi affidava il suo desiderio e la sua fiducia
di poter essere ''uno scrittore vero'', non un memorialista e
testimone soltanto come, dopo il successo di Se
questo è un uomo
e de La tregua,
la
maggior parte dei lettori, e forse anche alcuni della sua casa
editrice, lo consideravano. Avrebbe preferito poter pubblicare le
fantascientifiche storie con il suo vero nome, ma Cerati pensava che
il pubblico non avrebbe compreso il cambio di registro dello
scrittore e che, per questo, le vendite non sarebbero state
soddisfacenti. Meglio dunque affidare ironia e fantascienza al
Malabaila, che di nome avrebbe fatto Damiano. Le storie
sarebbero
uscite finalmente col nome di Primo Levi in copertina e frontespizio
solo tredici anni dopo, nel 1979.
Carlo
Zanda esamina con ben documentata intelligenza la storia editoriale
di questi racconti, che tanto erano piaciuti a Italo Calvino, e la
inserisce nel contesto della Torino intellettuale ed einaudiana degli
anni Sessanta. Si chiede, inoltre, come mai Levi, le rare volte nelle
quali ebbe a parlare dello pseudonimo, si assunse sempre la
responsabilità di quella scelta, che non fu né sua, né subito da
lui spontaneamente accettata, mentre Ernesto Ferrero, grande amico di
Primo, asserì: ''Siamo stati noi einaudiani a chiedergli questa
precauzione superflua. In realtà non avevamo capito allora quel che
è diventato chiaro in seguito: che non ci sono due Levi, il
memorialista e il libero narratore, ma uno soltanto, in cui tutto si
tiene''.
Il
saggio, arricchito anche dall'analisi delle Storie
naturali,
da illustrazioni, note e da un ricco indice dei nomi è senz'altro da
leggere, con piacere.
Carlo Zanda, Quando Primo Levi diventò il signor Malabaila, Neri Pozza
Nessun commento:
Posta un commento