''Nelle
poesie dei bambini troviamo questi momenti d'incanto, di tenerezza e
anche di dolore, l'insieme dell'esperienza esistenziale. E' vera
poesia? Noi diciamo di sì'' scriveva Mario Lodi nel contributo
intitolato ''Cambiare il mondo banale in luogo fantastico'' e inviato
per il Quaderno n. 4 (1987) dell'Assessorato alla Cultura del Comune
di Borgomanero che usciva in quel maggio, a cura di Eleonora Bellini, a conclusione di un intenso
periodo di laboratori di poesia, tenuti durante tutto l'anno
scolastico alla biblioteca ''Achille Marazza''. Ai laboratori di
poesia in biblioteca, tenuti dalla stessa curatrice, parteciparono le bambine e i bambini delle
scuole elementari della Città e di sedici Comuni del Sistema
Bibliotecario del Medio Novarese, istituito appena due anni prima,
quasi un migliaio di scolari, dunque.
Una
selezione di circa 200 poesie fu esposta in mostra e un'ulteriore
selezione fu pubblicata nel quaderno omonimo che, oltre e sopra la
città e la provincia, propose ai lettori anche brevi ma intensi
contributi di Roberto Denti e Mario Lodi, maestri veri per chi scrive
e per tutti.
Ma
perché poesia in biblioteca? Non sarebbero potute bastare le
bibliografie, le proposte di lettura, i bollettini? In quel momento
no. In quel momento si dovevano cercare i lettori e ricucire i
rapporti con le scuole, specialmente con quelle dell'obbligo. Questo
si doveva fare, come notavo allora - e vale ancora – con modalità
e in una prospettiva che intendesse ''il libro come compagno oltre
l'istruzione d'obbligo, oltre i doveri scolastici, proponendo un
libro amico, un libro simpatico approdo di ricerche e di scoperte
tutte personali''. Un libro che sappia divertire, accarezzare e che
diventi solo nostro, che giri in noi tra testa e cuore. Gianni
Rodari, nato a Omegna, a pochi chilometri da Borgomanero, l'autore
della ''fantastica'', delle filastrocche nuove, allegre e profonde
insieme, era l'ispiratore del nostro lavoro, era lo scrittore che ci
restava accanto. E poi chi altro meglio di Roberto Denti e di Mario
Lodi avrebbe potuto confortarci nel cammino?
Partirono
i laboratori, fiorirono le poesie, tutte rigorosamente scritte in
biblioteca durante i laboratori (unico intervento dell'adulto
consentito la correzione dell'ortografia).
Cosa
scrivevano i bambini in quel lontano anno scolastico 1986-1987? Che
cosa avevano ispirato alcune poesie d'autore, Rodari in primis, ma
anche Formentini, Garcia Lorca, Scialoja, Majakovskj, Éluard lette
loro in apertura del laboratorio?
L'
ALBERO di Alessandro recita
Io
fiorisco con tanti colori
sono
libero nell'aria
ma
tutti i bambini dispettosi
mi
tolgono sempre le braccia
e
LA NUVOLETTA
di Enrica
La
nuvoletta rosa
vola
nel cielo spensierata,
ma
poi incontra una tempesta
che
la rabbuia lesta lesta.
LE
FARFALLE di
Ambra si conclude con un grido profondamente rodariano, ma non solo
Le
farfalle volano libere
nell'aria
le
farfalle volano verso
la
libertà.
Le
farfalle gridano contente
''W
la libertà''.
ARCOBALENO
di
Stefania scopre che una cosa piccina può essere specchio di una
grande
In
un cesto c'era
una
mora
e
un fiorellino
di
tanti colori
Tanti
colori
in
quel bel cestino
che
sembrava
un
arcobaleno.
SERA
di Enrica ripropone parole e immagini antiche
E
viene la sera
s'ode
soltanto
il
canto dei grilli,
il
fruscio delle foglie,
l'acqua
che scorre.
E
la luna
sembra
una palla d'oro
lanciata
lassù dai bambini.
E
così proseguendo, fino alla proposta finale di una bibliografia di
libri di poesia per bambini disponibili alla biblioteca dei ragazzi o
presenti tra i libri circolanti della biblioteca centro rete di
sistema, una settantina di titoli, in quegli anni. Tre musicisti
disegnati da un collaboratore generoso ed entusiasta, il maestro
Mauro Maulini, e ispirati a Gelsomino
nel paese dei bugiardi di
Rodari coloravano il quaderno.
In
esergo, come testo ispiratore del lavoro di tutti, IL
CALAMAIO di Gianni Rodari
Che
belle parole
se
si potesse scrivere
con
un raggio di sole.
Che
parole d'argento
se
si potesse scrivere
con
un filo di vento.
Ma
in fondo al calamaio
c'è
un tesoro nascosto
e
chi lo pesca scriverà
parole
d'oro
col
più nero inchiostro.
(C) Eleonora Bellini
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