martedì 17 marzo 2015

Senza sapere. Il costo dell'ignoranza in Italia, di Giovanni Solimine

"I dati ci descrivono un'Italia priva di conoscenze e competenze, un paese senza sapere. Siamo talmente ignoranti da non comprendere perfino quanto sia grave e pericoloso il nostro livello di ignoranza, e da non correre ai ripari. [...] Socrate era grande perché sapeva di non sapere. Noi siamo a uno stadio precedente [...] perché non ci siamo accorti neppure di quanto grave e profonda sia la nostra ignoranza".
Così esordisce Giovanni Solimine nel suo recente saggio - di amena lettura, non fosse il carattere tragico del tema - dedicato al "costo dell'ignoranza in Italia". Un'ignoranza, sostiene, che ha origini lontane, se è vero che il primo censimento della popolazione aveva determinato nel 74% il tasso di analfabetismo nazionale, con punte di quasi il 90% nelle due isole maggiori. I dati attuali, se paragonati a quelli di altri Paesi europei, aggiunge ancora, non sono confortanti, né per quanto riguarda le competenze degli adulti, né per quanto riguarda il livello di preparazione degli studenti. Nota, tra l'altro, Solimine che nell'abbandono scolastico è determinante l'appartenenza di classe dei ragazzi ("è dunque tornata la scuola di classe!" aggiungo io "nonostante gli sforzi fatti nel dopoguerra dai migliori insegnanti in tutto il Paese per realizzare l'uguaglianza sancita nella nuova - allora - Costituzione dello Stato") e non è superato l'annoso divario nord-sud. Ma oltre e dopo la scuola è la partecipazione alla vita culturale a fare acqua: solo l'8% dei nostri concittadini dichiara di avere un interesse culturale "alto o molto alto". Consola, invece, il fatto che, nonostante il periodo di crisi, i dati generali sulla lettura di libri non arretrano (però i lettori in Italia sono costantemente e tradizionalmente pochi ...), mentre però crollano i dati relativi alla lettura nella fascia 15 - 17 anni, anche e soprattutto in ragazzi scolarizzati. Che significato ha questo gravissimo fatto?
Alla costanza dei dati di lettura contribuiscono "i prestiti erogati dalle biblioteche e lo scambio di libri tra amici e parenti: il 30% dei libri letti proviene da un circuito non commerciale". E questo, un poco, ci consola.
L'autore tuttavia non cede alla desolazione che i dati statistici possono indurre, ma propone una soluzione attraverso la creazione e lo sviluppo, certo non facile, di un "sistema integrato" di operatori nella diffusione della conoscenza (scuole e università, editoria, cinematografia, televisione) che possano cooperare - in comunità di intenti, se non di interessi economici, aggiungo io -  per sconfiggere la palude dell'ignoranza, grande malattia della nazione.
 
Giovanni Solimine, Senza sapere. Il costo dell'ignoranza in Italia, Laterza 2014
 
 

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