Una donna dal vestito rosso che getta un foglio nell'Aar, il suo affanno che sembra possa far presagire una tragedia o un atto estremo e l'esistenza di Raimond Gregorius, Mundus per allievi e colleghi, professore di filologia classica in un liceo di Berna è sconvolta o, meglio, muta radicalmente. La donna parla in portoghese e la musica di questa lingua risuona tanto imperiosamente nella mente di Gregorius da condurlo a partire per Lisbona all'improvviso. Un libro accompagna il professore dalla vita fin troppo metodica e prevedibile: si intitola Um ourives das palavras (Un orafo delle parole) ed è opera di Amadeu Inácio de Almeida Prado, medico antifascista e multiforme genio scomparso un anno prima della Rivoluzione dei garofani, che riportò la libertà nel suo Paese. Gregorius ripercorre la vita di Prado tra le vie della città in cui viveva e nel diruto liceo che aveva frequentato brillantemente da ragazzo, ne incontra le sorelle, l'amata compagna e confidente Maria João, l'amico Jorge, João Eça il vecchio oppositore di Salazar che gli era stato amico, Estefânia Espinhosa la ragazza che lavorava per la resistenza ed era innamorata di lui. Libro alla mano, Gregorius insegue la vita di Amadeu e insieme scopre qualcosa della propria e di quella di tutti, di quanto (poco) viviamo e di quanto immaginiamo di vivere. Le parole del passato, quelle delle antiche lingue classiche che Gregorius padroneggia profondamente fin nel proprio intimo, e le parole del presente, quelle scritte da Amadeu, insieme ai dialoghi e ai silenzi di chi lo ha conosciuto, suggeriscono immagini, rimpianti, speranze al professore. Stupiscono e consolano, sia Gregorius che noi lettori della sua storia e della sua ricerca. Perché, come ebbe a dire una volta Amadeu all'amico Jorge: "Sai, il pensiero è la seconda cosa più bella al mondo. La più bella in assoluto è la poesia. Se esistesse un pensiero poetante e una poesia di pensiero, quello sarebbe il paradiso".
Dal romanzo è stato tratto il film omonimo diretto da Bille August, regista danese.
Pascal Mercier, Treno di notte per Lisbona, traduzione di Elena Broseghini, Mondadori, 2008
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