Ventotto sono i densi capitoli di questo breviario laico, nel quale il termine breviario è usato nel senso di compendio, come usava in antico e come fece in tempi moderni Benedetto Croce con il suo Breviario di estetica. Augias procede, in coerenza con la citazione di Petrarca posta in esergo, "simul ante retroque prospiciens", cioè guardando sia al passato che al futuro. Come Petrarca, sostiene, "anche noi ci troviamo al confine tra due popoli o due epoche o due mondi e nemmeno a noi mancano ragioni di pessimismo, a cominciare dallo stato di salute del povero pianeta, oltraggiato senza pietà, né discernimento. Viviamo anni rivoluzionari in cui scompaiono abitudini consolidate, canoni politici, riferimenti culturali ed etici che a lungo hanno dato fisionomia alla nostra civiltà".
Leggendo queste pagine, insieme all'autore ci interroghiamo, spronati da illustri citazioni che spaziano da Machiavelli a Leopardi, da Gramsci a Pasolini, sull'identità e consapevolezza di sé degli italiani, eredi di uno dei più vasti patrimoni artistici mondiali. Incontriamo il virus odierno e le pesti antiche, rivissute attraverso le cronache e la letteratura. Discutiamo dell'intelligenza umana e di quella digitale, di religione e di moralità profonda e possibile anche senza la fede nel soprannaturale. Spinoza, Montaigne, Giordano Bruno, pensatori cari ad Augias, ci vengono incontro con tutta la forza del loro pensiero mentre leggiamo il breviario e offrono un prezioso viatico al nostro povero presente.
Il libro, testimonianza di vita e di coerenza, è capace di offrire ai lettori spunti di riflessione profonda, fondandoli con eleganza sulla storia, sulla tradizione letteraria, sul pensiero filosofico, sulla lettura dei classici.
Corrado Augias, Breviario per un confuso presente, Einaudi 2020
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