Michele Sparacino nacque a Vigàta nella notte tra il 3 e il 4 di gennaio del 1898 nell'oscura dimora di una poverissima famiglia. Come fu che divenne brigante e agitatore di folle? E lo divenne veramente o la sua condanna fu solo il frutto della fantasia di un giornalista pigro e bugiardo, Liborio Sparuto?
In questo racconto di Andrea Camilleri, pubblicato in una bella edizione tascabile da Rizzoli nel 2009 si legge la storia di un giovane che dire sfortunato è dir poco: sempre al momento sbagliato nel posto sbagliato, Michele è impotente vittima del destino, tra la Sicilia delle proteste dei "briganti" in epoca Umbertina e il Carso della prima guerra mondiale. Una storia breve, argutamente narrata, nella tradizione di quell'epopea degli umili - rassegnata e disperata - che fu inaugurata in Sicilia da Capuana, Verga, Pirandello e prosegue ancora.
La seconda parte del libro offre una approfondita intervista di Francesco Piccolo ad Andrea Camilleri, nella quale lo scrittore svela non solo i modi e i tempi della sua scrittura ma anche le sue opinioni sull'attualità, le persone, le cose e i luoghi della nostra penisola.
Immagine di copertina: particolare da "La strada" di Balthus, 1933. Nel piatto e nell'antiporta interni riproduzione completa dell'opera
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