Marc Chagall, Compleanno, 1915 (Museum of Modern Art di New York) |
"Io penso che una vera storia d'amore tra due esseri umani si distingua da tutte le altre avventure o relazioni occasionali per la presenza di questo preciso elemento, la stima. A una grande storia d'amore non basta la passione del corpo e del sentimento, occorre sempre anche la passione dello spirito o dell'intelligenza, che è la stima. La stima è la devozione dell'intelligenza. E non ci può essere integrale devozione del corpo, se prima, e durante, non c'è devozione dell'intelligenza". Questa è la conclusione del nuovo saggio di Vito Mancuso, che si occupa del sentimento più noto, tormentato, glorioso, ma anche banalizzato, svilito, strumentalizzato dell'esperienza umana. Come sempre, Mancuso per costruire il suo discorso esordisce dalla vita concreta e comune dei viventi - egli stesso, noi suoi contemporanei, i maestri e i letterati del passato vicino o remoto -, vita concreta che interpreta alla luce delle scritture sacre e della più ampia sapienza, letteraria, filosofica, psicologica, artistica della storia umana.
Il saggio è suddiviso in tre parti. Nella prima l'autore si propone di descrivere l'amore "come forza primigenia" e "manifestazione privilegiata" della forza dell'universo. Nella seconda si occupa del sentimento d'amore dal punto di vista della scelta e dell'etica individuale (la "naturalità" dell'amore negli esseri dotati di libertà, volontà e intelligenza). Nella terza, tratta dell'amore come "senso dell'esistere", sentimento che, unico, è capace di strutturare il significato della vita.
L'opera si conclude con una trentina di pagine di approfondimenti, utili al lettore italiano, malato spesso di provincialismo cronico e dimentico della storia. Questa appendice esordisce da una breve informazione sull'amore, visto come ineluttabile forza cosmica, nel pensiero antico; seguono elementi di storia della morale sessuale cattolica, dagli antichi padri greci a Tommaso d'Aquino, passando per Sant'Agostino (tortura di vite intere per coppie di coniugi credenti praticanti, aggiungo io, vittime della sessuofobia e della misoginia di Paolo di Tarso e della sua traduzione pratica nelle omelie di parroci miopi ed ignoranti); il paragrafo successivo si occupa dell'etica sessuale nelle maggiori religioni mondiali, e, pur nella sua brevità, è tuttavia molto utile ai lettori e sfata alcuni luoghi comuni (a proposito dell'ebraismo, ad esempio). L'appendice di approfondimento si conclude con un capitolo sul "fondamento fisico dell'etica", che ci offre, tra l'altro, le formulazioni della "regola d'oro" Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te nelle diverse religioni mondiali, dall'induismo, all'islam.
Bel libro, da leggere a piccoli o grandi sorsi nelle vacanze di Natale e Capodanno, oppure in ogni stagione.
Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell'amore, Garzanti 201
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