Nel 1869 Luigi
Boniforti (1817 – 1909), canonico nato ad Arona, sulla sponda piemontese del
Lago Maggiore, per motivi di salute intraprese un viaggio a Napoli e vi
soggiornò qualche tempo. Ebbe modo di osservare, con la mente curiosa del
viaggiatore, ma anche con il sentimento nostalgico di chi non dimentica il
paese natale, come in quella città “da geografi, da pittori e da poeti
fossero magnificamente descritte e messe in mostra scene e novità di cose anche
meno attraenti e dilettose di quelle che ci offre la svariata natura dei nostri
laghi e monti”. In un successivo soggiorno a Firenze, poi, visitò “pinacoteche
e librerie piene di album, di fotografiche imagini e d'ogni maniera incisioni e
dipinture, illustrative delle varie provincie d'Italia, eccettochè del nostro
Verbano”. Gli nacque allora l'idea di realizzare un album che, a
imitazione di quelli che aveva sfogliato nelle biblioteche fiorentine,
valorizzasse il lago Verbano. L'idea si concretizzò due anni dopo e venne alla
luce l'opera Illustrazioni e ricordi del lago Maggiore. Album
descrittivo, pittorico, e poetico musicale per Luigi Boniforti. Composto da
prose, poesie, illustrazioni e spartiti musicali, il libro è vissuto a lungo,
fino a noi, ma come nell'ombra, nonostante il suo autore fosse all'epoca
personalità nota nella sua terra. E' il destino, operante ancor oggi, di quanto
viene scritto e pubblicato da chi vive ed opera lontano dai centri di
produzione e diffusione culturale del Paese, e quindi anche lontano dalle
grandi biblioteche che raccolgono e conservano le opere destinate a durare nel
tempo. Luigi Boniforti, fu protagonista per
tutto il XIX secolo della vita politica e culturale di Arona e del Verbano.
Interdetto dalla predicazione dall' Imperial Regio Governo Austriaco nel 1847 a causa di un suo
infuocato discorso anti-austriaco, pronunciato in occasione della festa aronese
dei martiri Fedele e Carpoforo (festa detta tradizionalmente Tredicino),
fu poi sostenitore appassionato della candidatura al Senato del Regno di
Alessandro Manzoni. Storico e geografo, ebbe fama anche come compositore e un
poco come poeta.
Fu molto sollecito della crescita culturale della sua Arona caldeggiando l'apertura di una biblioteca civica (affermò in una seduta municipale del 16 maggio 1861 dopo aver presentata un dettagliato progetto di biblioteca: " Io credo che un principio, una prima sala di biblioteca pubblica si possa agevolmente avere da oggi a domani [...] fate che una bell'opera esista e vedrete tosto prendervi amore gli uomini ben fatti e culti") e anche di un asilo per l'infanzia.
Le prime quarantasei pagine del libro di cui qui si parla, dall'elegante grafica, con testo inserito in una cornice lineare arricchita da piccoli fregi agli angoli in alto e in basso, costituiscono una sintetica guida storico turistica ai luoghi, se non più celebri (Boniforti aveva già dato alle stampe negli anni precedenti più di un'opera dedicata al Maggiore e agli altri laghi prealpini, nonché ai colli e ai monti che li circondano), più curiosi ed originali del Verbano. Concludono questa prima parte del libro dieci dense pagine di “Notizie dei più illustri personaggi e delle principali famiglie che vennero in questi ultimi tempi a villeggiare sul Lago Maggiore”.
Fu molto sollecito della crescita culturale della sua Arona caldeggiando l'apertura di una biblioteca civica (affermò in una seduta municipale del 16 maggio 1861 dopo aver presentata un dettagliato progetto di biblioteca: " Io credo che un principio, una prima sala di biblioteca pubblica si possa agevolmente avere da oggi a domani [...] fate che una bell'opera esista e vedrete tosto prendervi amore gli uomini ben fatti e culti") e anche di un asilo per l'infanzia.
Le prime quarantasei pagine del libro di cui qui si parla, dall'elegante grafica, con testo inserito in una cornice lineare arricchita da piccoli fregi agli angoli in alto e in basso, costituiscono una sintetica guida storico turistica ai luoghi, se non più celebri (Boniforti aveva già dato alle stampe negli anni precedenti più di un'opera dedicata al Maggiore e agli altri laghi prealpini, nonché ai colli e ai monti che li circondano), più curiosi ed originali del Verbano. Concludono questa prima parte del libro dieci dense pagine di “Notizie dei più illustri personaggi e delle principali famiglie che vennero in questi ultimi tempi a villeggiare sul Lago Maggiore”.
La seconda parte del libro si
compone di cinque opere poetiche, accompagnate dal relativo spartito musicale,
tutte composte dal Boniforti e tutte dedicate.
Un esempio? La canzone barcarola
“Gita sul Lago Maggiore” dedicata ad una giovane nobile signora, Giuseppina
Gautieri, nata Conelli De Prosperi, nobildonna nota a quei tempi sulle sponde
lacustri e nel milanese. E' una limpida serata estiva e una navicella parte
alla volta dell'isola Bella:
“E' sera placida
d'estivo dì;
in ciel la candida
luna apparì:
tranquilla l'onda
bacia la sponda [...]
La navicella
sciogli o nocchier;
sera sì bella
vogliam goder [...]”.
Conclude l'album la breve cantata
“Amor di Patria”, composta e musicata in occasione delle nozze di Umberto di
Savoia con Margherita di Savoia-Genova, prima regina d'Italia, che fu eseguita
eccezionalmente la prima volta a Torino in occasione delle nozze reali. Oggi ci
appare piuttosto convenzionale e retorica, ricondotta al suo tempo e al suo
linguaggio, però, sintetizza tutta la passione patriottica del Boniforti,
ecclesiastico illuminato, fautore instancabile della crescita culturale e
civile della sua terra, comunicatore entusiasta, dai molteplici talenti.
L’Album è consultabile solo in alcune (poche) biblioteche.
Scrisse di lui Gino Rotondi in L'Ottocento del lago Maggiore: "Il Boniforti fu in quell'età innovatrice e singolarmente battagliera che fu l'Ottocento uno spirito eletto, meritevole di memoria, anche se la sua missione terrena ebbe strinsecazione solo nell'ambito circoscritto della propria terra che amò profondamente" (pag. 101).
Luigi Boniforti, Illustrazioni e
ricordi del lago Maggiore. Album descrittivo, pittorico, e
poetico musicale, Milano G.
Brigola 1871 (data di stampa desunta dalla dedica).
© Eleonora Bellini
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