"[...] questa luna in ciel, che da nessuno cader fu vista mai se non in sogno". La luna del sogno di Alceta nell'Idillio di Leopardi dà il titolo a questa raccolta di articoli di vario argomento, scritti da Maria Lenti tra il 2007 e il 2012 per il Corriere Adriatico. "Un'occasione divertente" osserva la stessa autrice "perché diversa dalla critica letteraria e dalla poesia"; occasione di scrivere su eventi, memorie, oggetti, documenti, feste dell'una o dell'altra località delle Marche.
Nella prefazione Anna Carletti chiede a se stessa e al lettore perché leggere proprio ora scritti di carattere locale di molti anni fa e argomenta così: "La risposta è semplice: perché dentro questi frammenti di vita vive un tempo che non è morto, ma che continua a pulsare". E il tempo qui pulsa davvero, vivo e vitale. Come in "Quelle dolci memorie. Tutti in tavola" un racconto-excursus tra le prelibatezze gastronomiche marchigiane, specialmente quelle delle feste: "bontà infinita" e ricordi, aromi e profumi, attese e affetti. Non solo ricette. Queste ultime vengono soltanto sfiorate, suggerite, specie per quanto del loro valore affettivo rimane nei sensi e nella memoria. E, nel finale, un sorriso e un gioco d'infanzia la cui evocazione, dopo un felice assaggio di maccheroni (dolci tradizionali) con tanto di desiderio esaudito, si apre a una importante considerazione: "Che ci si debba impegnare, nelle cose che si desiderano, con la dolcezza dei dolci?"
Un'altra storia di impegno è "Ago e filo. Mettici un punto", "pezzo" dedicato a merletti e ricami, antiche arti di pazienza, ago e filo, precisione e creatività. Epopea di un lavoro che rasentava l'arte e che, nelle sue diverse varietà, dalle più semplici alle più complesse e preziose, disponeva alla contemplazione, alla lentezza, promettendo, alla fine, tutti i multiformi doni dell'attesa.
E poi l'Urbino di Raffaello, "declinato in mille luoghi": mani divine e magistrali pennelli, sguardi inediti e profonde scoperte, arte eccelsa e insegne di botteghe - nel senso di esercizi commerciali - contemporanee. Le elenca Maria Lenti e sembra di scorgere, tra quelle citazioni, un moto leggero d'ironia.
Non potevano mancare, infine, in questa rassegna di identità e di vita vissuta, gli aquiloni. "Aquiloni in festa. E in alto volano i sogni" è il testo che li narra e permette loro di innalzarsi sulla città e nel tempo, dipingendo le loro ali leggere in grembo al vento, nel momento, effimero ed eterno insieme, in cui "ognuno manda da una balza/ la sua cometa per il ciel turchino". Se penso a Urbino - città che non conosco per esperienza diretta - sono proprio gli aquiloni di Pascoli la prima immagine ad affacciarsi alla mia mente, con la loro forza evocativa, insieme all'ampio paesaggio, celeste bianco turchino, limpido di vento e d'innocenza. Perché, spiega l'autrice, "l'aquilone sfila, sul filo che lo porta in cielo, i desideri, i sogni del proprio pilota pensoso o di chi lo guarda e segue trepido il suo cammino. Può sconfinare. Può portarci in terreni, il suo manovratore o la sua pilota guardinghi, dove non si è mai stati". Così anch'io scopro di essere e di essere stata a Urbino e di potervi tornare grazie al racconto e alle immagini che mi regala.
Da un periodico locale e da una penna felice ci arriva dunque, proprio nei giorni delle feste quando più si è propensi alla sosta e alla memoria, questa antologia di brevi scritti capaci di aprire finestre di ricordi e di regalarci folate di aria limpida e profumata, insieme a squarci di arte e di poesia.
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| M. Lenti, La luna non cade, Vivarte 2025. Ill. di Oliviero Gessaroli |

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