martedì 15 ottobre 2024

Zibaldone, di Giacomo Leopardi

Dal 1817 al 1832 Giacomo Leopardi annota nel suo “zibaldone” - una raccolta di appunti scritti giorno dopo giorno - pensieri, ricordi, riflessioni su vari e diversi temi. Dà vita, così facendo, a un’opera immensa di ben 4525 pagine manoscritte. Numerosi i temi su cui Giacomo si interroga, su cui esercita il proprio pensiero, sui quali conclude con sentenze dal sapore definitivo: religione cristiana e natura del creato, piacere e dolore, illusioni della ragione e del cuore, disperazione e amarezza, stato di natura e civiltà umana, nascita del linguaggio ed etimologia delle parole, bene e male, mito e memoria, rapporto tra antichi e moderni, la poesia e le memorie personali, note e appunti tratti da letture. Annotazioni, quelle dello Zibaldone, che sembrano occasionali e aventi carattere di provvisorietà, ma che ci offrono anche anticipazioni di temi poi sviluppati in altre opere come i Canti, le Operette morali, i Pensieri. Un esempio è dato dal ricordo, o rimembranza: “La rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro se non perché il presente, qual ch’egli sia, non può essere poetico; e il poetico, in uno o in altro modo si trova sempre consistere nel lontano, nell’indefinito, nel vago”. 

La recensione si legge per intero su Mangialibri, al link: Zibaldone | Mangialibri dal 2005 mai una dieta

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