Cinque capitoli - Morfologia e sintassi, Lessico, Segni Paragrafematici, Stile, Varia linguistica - compongono questo libro dall'emblematico titolo simile all'esclamazione di uno studente che si è beccato un brutto voto, ma sicuramente non estranea nemmeno a professionisti, giornalisti, insegnanti, nei loro rapporti, più o meno felici, con la lingua italiana, parlata o scritta che sia.
Gualberto Alvino, filologo, critico letterario e poeta, raccoglie qui i quesiti rivolti allo Sportello grammaticale, rubrica offerta tempo fa agli utenti della sua pagina Facebook. Capacità di sintesi, discreta ironia, indubbia precisione sono le caratteristiche costanti delle risposte di Alvino a chi lo interroga su una lingua complessa come quella italiana e sulla sua continua, naturale evoluzione. A quest'ultimo elemento si lega il concetto di correttezza. Leggiamo a pag. 37 un esempio per tutti: "Il concetto di correttezza grammaticale è molto complesso e controverso. In estrema sintesi: tutto dipende dalle circostanze in cui si verifica l'atto comunicativo. Le espressioni che lei cita (settimana prossima, mese scorso, da quando sono piccolo, n.d.r.) [... ] sono plausibili in contesti colloquiali, familiari, ma sconsiglierei di adibirle nel parlato formale e nella scrittura sorvegliata. Anche perché [...] Settimana prossima è un calco dell'inglese next week, ma noi siamo italiani, non inglesi, e non abbiamo alcun motivo di rinunziare all'articolo".
A chi gli chiede se sia possibile arginare l'invasione degli anglismi nella nostra lingua, Alvino risponde che, mentre Francia e Canada hanno una politica linguistica che regola la possibilità d'uso di alcuni vocaboli, l'Italia ne è priva. Ma non sempre. Ricorda, infatti, il caso del termine euro, che l'Accademia della Crusca consigliò di mantenere invariabile. E così evitammo, felicemente, di dire euri a ogni piè sospinto: "Basta intervenire prima che un anglismo non indispensabile attecchisca" (p. 259).
Mi sono soffermata sugli anglismi, argomento che mi sta a cuore, ma numerosi sono nel libro i quesiti su altri temi, in particolare molte sono le domande sull'uso del congiuntivo e della punteggiatura.
Troviamo in Maledetta grammatica, manuale che potrà utilmente trovar posto sulla scrivania accanto al pc o al blocco degli appunti, il costante invito a un uso consapevole della lingua e non certo una pervicace caccia all'errore, anche se, come scrive Claudio Giovanardi nella prefazione, "il lettore non potrà non apprezzare i frequenti inserti ironici e dissacranti rivolti soprattutto a scrittori e giornalisti". Un po' di pepe sul piatto, insomma, non guasta.
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