sabato 19 gennaio 2019

Puo' una bibliotecaria/un bibliotecario non leggere libri?


Chi lavora in biblioteca si sente dire spesso: "Che fortuna! Chissa' quanti libri puoi leggere. Deve essere bello trascorrere le giornate leggendo libri. Piacerebbe anche e me!". Quasi sempre l'interlocutore sottintende inoltre, dopo"leggendo libri", la parola "gratis".
Il mestiere di bibliotecaria/o, pero' e in tutta verita', non comporta la possibilita' di leggere libri nelle ore di lavoro.
Premesso che i libri non saltano da soli sugli scaffali in ordine casuale e men che meno in schiera ben ordinata, nelle ore di lavoro in biblioteca il bibliotecario o la bibliotecaria fanno altro. Eseguono principalmente le seguenti operazioni (se non le eseguono si tratta di bibliotecari negligenti o incompetenti):
  • programmano l'aggiornamento dei fondi della loro biblioteca in relazione alla sua storia, alla sua specificita', ai suoi utenti reali e anche, forse soprattutto, ai potenziali;
  • elaborano un piano degli acquisti che non comprendera' solo libri, ma anche periodici, film, musica;
  • consapevoli degli spazi di accesso al sapere che web e digitali aprono, ne studiano le oppurtunita' reali e l'utilita' per la biblioteca in cui lavorano;
  • catalogano e ordinano le raccolte con procedure coerenti e rigorose, che hanno anche la funzione di orientare i lettori e, se la biblioteca non e' di grandi dimensioni, di renderli autonomi nella ricerca e di accrescere le loro conoscenze in fatto di libri e lettura. Questo compito e' molto importante e direi fondamentale soprattutto nelle cittadine e nei paesi, che in Italia non sono pochi, nei quali non esistono librerie ben fornite e documentate. Ed e' ancora piu' importante se lo pensiamo rivolto ai bambini e ai ragazzi (Ricordate l'affermazione di Umberto Eco: vado in biblioteca non per cercare i libri che conosco, ma per trovarvi quelli che non conosco?);
  • elaborano e aggiornano bibliografie su temi dibattuti, attuali, importanti, divertenti, curiosi, trascurati ma interessanti ecc.; le promuovono e le diffondono presso gli utenti;
  • favoriscono il contatto dei lettori adulti e bambini con scrittori o esperti del libro, quando questo e' possibile (il limite a questo tipo di iniziativa di solito e' dato da mancanza di risorse economiche e, qualche volta, da inidoneita' degli spazi disponibili);
  • comunicano la biblioteca e i suoi libri in modi adatti e finalizzati alle diverse tipologie (eta', professione, nazionalita', grado di istruzione, ecc.) dei cittadini che vivono sul territorio di competenza;
  • registrano i prestiti, svolgono consulenza nei confronti di chi fa ricerche particolari (adesso si dice reference), illustrano le tipologie di cataloghi consultabili in sede oppure on line, le loro modalita' di funzionamento e potenzialita', indirizzano alle diverse sale e le sorvegliano se necessario, riproducono copie cartacee o digitali di pagine o documenti, rispondono a domande specifiche poste di persona, via posta elettronica, per telefono o altro; talvolta indirizzano pure le persone ad altri servizi come quelli sociali, le agenzie per il lavoro eccetera...;
  • e molte altre cose, infine, come la timbratura, etichettatura, foderatura spolveratura e riparazione dei volumi; la verifica di quali volumi non siano restituiti, quali sottratti, quali danneggiati e usurati, in modo da prendere i provvedimenti necessari sia nei confronti dell'utenza che riguardo alla salvaguardia del patrimonio della biblioteca; come l'organizzazione e riorganizzazione degli spazi interni alla biblioteca sia in relazione ai documenti librari sia in relazione all'utenza; come la redazione e l'aggiornamento degli inventari.
Detto questo e non detto cio' che di certo ho dimenticato, e' chiaro che il bibliotecario, quando e' in servizio, non legge libri. O ne legge quel che poco che basta a classificarli, quando nella biblioteca si utilizza la CDD, oppure a elaborare uno o piu' soggetti coerenti con il contenuto di ciascun testo: titolo, sottotitolo, indice, prefazione, scheda editoriale, notizia sull'autore, qualche pagina qua e la' se permangono dubbi.
Ma la domanda di apertura si riferiva al leggere libri fuori dalla biblioteca, a casa, al bar, sul tram, sul divano o a letto: puo' un bibliotecario/a non leggere nulla o poco nel suo tempo libero? Certo che no. Chi non ama la parola scritta, chi non ama leggere libri, chi fatica a prenderne in mano almeno una dozzina l'anno, chi non si ferma davanti alla vetrina di una libreria, chi non sbircia oltre la porta di una biblioteca, chi non occhieggia curioso le bancarelle degli usati non e' adatto al mestiere di bibliotecario/a (mi piacerebbe poter dire che non e' adatto nemmeno a molti altri mestieri e forse a nessuno, ma in questo, lo riconosco, sono di parte e quindi faccio finta di non averlo detto e nemmeno pensato). Perche' quello del bibliotecario/a e' un mestiere profondamente concettuale, in cui il pensiero va esercitato, sollecitato, rinnovato, aperto. "Anche solo per piazzare i libri sugli scaffali?" chiedera' qualcuno. "Anche solo per per questo, o forse soprattutto per questo" rispondo. Perche' chi non ama i libri come testimoni di vita, di storia, di umanita', chi non ama leggerli, insomma, e averli tra le mani ogni giorno, chi non ama comunicarli agli altri, al piu' alto numero di persone a lui possibile, non potra' fare il bibliotecario/a. Non ne avra' la competenza, l'entusiasmo e la disponibilita', doti che ogni libro richiede, esige, pretende. Se no ti casca in testa e ti fa male.



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