mercoledì 9 giugno 2021

Meditazione e scrittura, di Nicoletta Cinotti

Dall'unione fra meditazione e scrittura può nascere una grande ricchezza, avverte l'autrice del saggio, perché "diventiamo consapevoli delle nostre narrazioni e, così facendo, possiamo iniziare a scrivere storie nuove". L'accettazione della sofferenza per ciò che non è stato significa avere il coraggio di dire a se stessi la verità e valorizzare il presente. Questo libro indica un percorso la cui destinazione è diversa per ciascuna delle diverse persone che lo intraprendono, ma che ambisce a possedere, sempre, le qualità di una crescita naturale e spontanea. Temi ed esercizi trattati nel testo sono collegati fra loro e viene anche proposta una serie di esercizi. Tuttavia, questi ultimi sono da considerare come semplici inviti, che i lettori possono, o meno, accettare. 

Perché la meditazione chiama la scrittura? Principalmente per ricostituire l'unità di mente e corpo, ma anche per assaporare a fondo le parole e i loro significati, per avvertirne il peso, quando si "riempiono di silenzio". Il saggio, che si snoda intenso e ricco di citazioni di poesia, si conclude con la sintesi degli inviti alla scrittura sparsi qua e là nel testo: qualunque cosa accada, prova a esprimerla con una metafora o una serie di metafore e solo successivamente trasformala in una storia; scrivere è un modo "per diventare goccia nel mare", perché il dolore riguarda tutti; portare l'attenzione sui verbi, intesi come azioni in divenire, per poter cogliere il continuo cambiamento dell'esperienza; imparare ad ancorarsi ad azioni quotidiane per notare ciò che avviene durante la meditazione; formulare le nostre intenzioni nei confronti della felicità con parole che esprimono augurio o preghiera, le parole che "poggiano sul cuore"; scrivere per associazioni, invece che in modo lineare contraddistinto da un prima e un dopo, può stimolare la creatività; scoprire il Retto pensiero, quello che scopre le cause del nostro dolore e conduce alla sua cessazione.

Conclude il saggio, prima dell'utile e ricca bibliografia, un'intensa lirica di Lu Ji, scrittore cinese vissuto nel terzo secolo d.C.

Considerate l'uso della parola scritta.

E' indispensabile ad ogni principio.

Essa percorre infinite distanze, 

e nulla al mondo può fermarla.

Attraversa i millenni.

[...]

Essa canta nel flauto e nelle corde,

ogni giorno ne esce rinnovata.


La lirica per intero si legge qui: 

https://nicolettacinotti.net/larte-della-scrittura-disseta/

Nicoletta Cinotti, Meditazione e scrittura, RCS Mediagroup 2020

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