Dietro
il nome perfino attraente di Agente Arancio, si nascondeva un
composto chimico, prodotto per conto dell’esercito degli Stati
Uniti, dalle industrie chimiche Diamond Shamrock, Dow Chemical
Company, Hercules, Monsanto, T-H Agricultural & Nutrition,
Thompson Chemicals, Uniroyal e altre. Si trattava di un'arma
chimica creata per defoliare ed “essiccare efficacemente” le
foglie delle foreste e delle campagne vietnamite, in modo da privare
i Viet
Cong di
ogni possibile nascondiglio e di rendere facile bersaglio dall'alto
queste
forze armate popolari di liberazione che si opponevano
all'occupazione statunitense e al regime filo-americano del Vietnam
del Sud, (Al
link, L'Agente
Arancio sta ancora avvelenando il Vietnam (vice.com), viene
descritta la pericolosità, anche a lungo e lunghissimo termine, di
quest'arma chimica).
Quando
le montagne cantano
racconta le vicende della piccola Huong e della sua
nonna Dieu Lan, esposte al pericolo delle bombe che
l'esercito americano sgancia su Hanoi. E' la terribile,
esecranda guerra che ha portato i genitori di Huong, la mamma medico
e il padre combattente, lontano dalla bambina, lasciandola sola con
la nonna, donna di forte tempra. Quando la loro casa viene
completamente distrutta da un bombardamento a tappeto, Huong e Dieu
Lan si adattano coraggiosamente a vivere in una baracca improvvisata,
in attesa di poter ricostruire una casa degna di questo nome. La
nonna troverà le risorse improvvisandosi commerciante al mercato
nero, incurante del biasimo sociale per quell'attività semi
clandestina. Durante il tempo che riesce a trascorrere insieme alla
nipote, Dieu Lan inizia a raccontarle la storia della
sua vita: degli anni tranquilli nel podere di famiglia, anche se
sottoposti all’occupazione francese; delle crudeltà dell'invasione
giapponese; del sequestro del podere da parte di avidi e violenti
invidiosi che approfittarono del sequestro dei beni decretato dal
governo di ispirazione comunista per arricchire soltanto se stessi;
della sua fuga disperata verso Hanoi con i cinque figli, che lungo il
cammino affiderà a persone diverse, nella speranza che in questo
modo non dovranno morire di fame, di stenti e di guerra. A capitoli
alterni leggiamo, dunque, i fatti del presente, gli anni Settanta del
Novecento, e quelli che li hanno preceduti; conosciamo la vita della
nonna fin da bambina e quella, tanto diversa, della nipotina. Quando
la guerra finisce, Huong e Dieu Lan, nella nuova casa, in cui trova
posto un piccolo allevamento di maiali e galline che garantisce a
entrambe la tranquillità economica e alla ragazzina di frequentare
la scuola, attendono ansiose il ritorno dal fronte dei genitori e
degli zii. Ma la pace e la ricostruzione non portano sempre gioia e
serenità: il passato ha un peso immane e altri ostacoli dovranno
essere superati. Pregio del romanzo è quello di aver saputo narrare
una storia familiare che si dipana attraverso gli anni in un Paese a
lungo vittima di guerre e invasioni straniere e tuttavia capace di
non perdere la propria identità. Difetto è il fatto che le
responsabilità e le atrocità perpetrate dall'esercito statunitense
contro la popolazione vietnamita vengono narrate in modo sfumato,
mentre le "colpe" dei "comunisti" vengono
enfatizzate a ogni piè sospinto. Un elemento che non diminuisce il
piacere di leggere il romanzo, né offusca le sue parti di interesse
- tra le quali non ultime le usanze familiari, la tavola, il culto
degli antenati, l'amore per i libri e la cultura - ma certo non reca
un buon servizio alla Storia.
Nguyễn Phan Quế Mai, Quando le montagne cantano, Editrice Nord 2020
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