martedì 13 dicembre 2016

Tecnobarocco. Tecnologie inutili e altri disastri, di Mario Tozzi

Pensavo di essere la sola ad avere nostalgia del vecchio telefono a disco collegato solo alla linea telefonica e non alla rete elettrica. Poi acquisto per la biblioteca questo libro e constato che anche Mario Tozzi soffre della medesima nostalgia: "Perché il telefono meccanico" scrive a pag. 41 " aveva un pregio il cui valore ci è chiaro solo quando, e succede, manca la corrente elettrica e, di conseguenza, il suo uso sarebbe urgente e dovrebbe essere assicurato". Già, perché i moderni telefoni se manca la corrente sono inutilizzabili e bisogna aspettare che questa ritorni, presto o tardi chissà!
Un altro apparecchio che non amo è il GPS; una carta stradale o un atlante portatile mi sembrano più funzionali e, alla fine, capaci di fornire indicazioni più durature sul luogo in cui ci si trova o sulla direzione da prendere, favorendo in qualche modo la creazione nel viaggiatore del senso di orientamento, utile sia a piedi che in auto, che in treno (Alzi la mano chi non ha mai incontrato qualcuno che, in una stazione, gli chiedesse: "Da che parte va il treno per... ?"). Una considerazione molto empirica, certo, e limitata allo spostamento nelle città o da paese a paese o da città a città. Tozzi rileva molti di più, accenna alla storia di mappe e carte e rileva che "una carta geografica non è solo una mappa, è molto di più, ed è esattamente quella ricchezza di significati e di conoscenze che stiamo perdendo [...] una carta non è una pura rappresentazione ridotta della superficie terrestre, ma è anche altamente simbolica e la sua consultazione permette di sognare, riflettere e conoscere, oltre che di orientarsi." (pag 43). 
E che dire dei giochi elettronici? E' sicuro che perdono punti se confrontati ai loro omologhi tradizionali, il calciobalilla e il flipper tra tutti. Questi ultimi favorivano la socialità e non fomentavano l'aggressività; non si potevano giocare all'infinito - quasi mai si poteva averli in casa e richiedevano un certo impegno muscolare per giocare e vincere - come i moderni giochi elettronici: non producevano ludopatie, insomma. 
Tozzi in questo breve saggio, assolutamente da leggere, passa in rassegna tutte le "conquiste" tecnologiche a cui siamo ormai abituati e che qualcuno ci ha fatto apparire indispensabili, da Wikipedia che sostituisce l'enciclopedia cartacea alla memoria artificiale a cui affidiamo immagini e ricordi; dai trasporti alla climatizzazione alle grandi opere. Il tutto con attenzione al principale fattore che dovrebbe presiedere a ogni nostra conquista tecnica: la sostenibilità.  Il livello utile di sosteniblità nell'Occidente in cui viviamo è stato ampiamente superato, sostiene Tozzi, ed è incrementabile solo a prezzo di disastri ambientali e ingenti spese "tali da far pensare se non sia meglio astenersi da ulteriori miglioramenti" (pag. 183-184).


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