venerdì 30 dicembre 2016

L'uomo che sorrideva, di Henning Mankell

L'avvocato Gustaf Torstensson trova la morte in un incidente stradale in una fredda e buia sera d'ottobre mentre sta tornando a casa dopo essersi recato da un cliente. Non molto tempo dopo suo figlio Sten viene ucciso nel suo ufficio. La morte violenta del figlio getta un'ombra di dubbio anche sulla morte del padre. L'investigatore Kurt Wallander che, mentre vagava in preda a una forte depressione sulla spiaggia di Skagen, all'estremo nord della Danimarca, era stato contattato da Sten affinché indagasse sulla morte del padre, rientra al lavoro. Senza esitare, anche se la ripresa e l'uscita dal tunnel del dolore e della malinconia si rivelano estremamente dure. L'indagine conduce Wallander a occuparsi di un personaggio insospettabile, ritenuto addirittura un benefattore della società; un uomo ricco, elegante, colto, sicuro di sé e sempre sorridente, Alfred Harderberg. Man mano che si accumulano nuovi elementi di accusa, l'inchiesta diviene sempre più difficile, pericolosa e costringe il nostro ad andare controcorrente, a sfidare l'opinione comune: testardaggine e pazienza lo sorreggono e lo aiutano a individuare la strada giusta. "Quando le pietre iniziano a rotolare giù da una china, non bisogna corrergli dietro immediatamente" riflette Kurt "perché altrimenti ti trascineranno con sé. Rimani dove sei e osservale mentre rotolano, e poi guarda dove si sono fermate".
Le pietre che man mano edificano e completano l'indagine conducono alla scoperta di un traffico orrendo, quello di organi e preferibilmente di organi freschi e sani, quelli dei bambini e dei ragazzini: un bambino viene ucciso in Sud America o in un altro paese povero per allungare la vita di una persona che, nel nostro mondo "ricco", può permettersi di pagare senza rispettare le liste di attesa degli ospedali. Harderberg, il benefattore, organizza e dirige questo traffico.
L'indagine si conclude la vigilia di Natale ma, pur se i malvagi sono assicurati alla giustizia, non si può gioire certo del fatto che giustizia e bontà trionfino. Una domanda infatti risuona alta e inquietante: "Alfred Harderberg era una persona che tutti ammiravano. Come è possibile fare donazioni ad associazioni caritatevoli con una mano e uccidere esseri umani con l'altra?"
Nessuno può dire se vi sia un limite alla malvagità umana e nessuno può dire quanto profondamente il romanzesco rispecchi la realtà e quanti sedicenti e falsi benefattori alberghino anche tra noi. 

Henning  Mankell, L'uomo che sorrideva, Marsilio 2004

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