Sotto
il tabarro l'uomo reggeva una grossa sacca con i regali e, nel
risvolto della giacca, un gatto che aveva trovato smarrito appena
fuori città, sulla strada del ritorno.
- E siamo già a Natale – disse
l'uomo – anche questo 1926 se n'è andato -.
- Miao, sì! - rispose il gatto.
- Passano in fretta – aggiunse
l'uomo.
- Miao, io ne ho già cinque, di
anni – continuò il gatto.
- E io cinquanta, dieci volte più
– replicò l'uomo.
Arrivarono
alla casa dell'uomo. Dalla finestra al piano terreno si vedeva
danzare la luce del fuoco nel camino. La bambina era in piedi davanti
al tavolo del presepe, guardava attentamente le statuine e il
paesaggio. Una donna dall'aspetto stanco era seduta su una
poltroncina accanto al fuoco.
- Anche la bambina ha cinque anni
– mormorò l'uomo.
- Miao. Entriamo, che cosa
aspetti? - lo esortò il gatto.
- La bambina ha paura dei gatti –
sussurrò l'uomo.
- Miao! - sussurrò anche il
gatto e sgattaiolò sul tetto. Si distese al tepore delle tegole
accanto al camino.
- Miao, Miao! Entra, Entra! -
L'uomo
aperse piano la porta. La bambina lo guardò e non si mosse. La donna
alzò piano la mano in un cenno di saluto.
- Ecco qua! – esclamò l'uomo
posando la grossa sacca sul tavolo – Ecco le strenne! -
Tolse
dalla sacca due manciate di noci, un torrone, tre grosse arance, un
barattolo di mostarda, un grosso cacio e un sacchetto di biscotti e
lunghi grissini e miele e zucchero avvolto in carta azzurra e un
fiasco di vino rosso e un piccolo, sottile, parallelepipedo di carta
dorata. Tutto profumava di freddo.
Tese
alla bambina lo stecchetto di carta dorata:
- Assaggialo, mangia. Questo è
speciale! – le disse.
- Che cosa è? - chiese la
bambina.
- Cioccolato, è speciale –
disse l'uomo – fallo assaggiare anche alla mamma -.
Mentre
masticavano piano, l'uomo si avvicinò al fuoco, versò del vino in
un pentolino, vi aggiunse un poco di zucchero e un legnetto che tolse
dalla tasca.
- Perché metti un legnetto nel
pentolino? – chiese la bambina.
- Non è un legnetto, è una
stecca di cannella. Preparo il vin brulé. Sentirai com'è buono. Lo
berremo dopo cena, prima di uscire -.
- Perché dobbiamo uscire, se è
notte? - chiese la bambina.
- Perché è Natale, nasce il
bambinello. Si fa festa. - rispose l'uomo.
La donna accanto al camino si
strinse più stretta nello scialle.
La
bambina disse: - Il cioccolato è buono -.
Il
babbo le sorrise e la esortò: - Allegria, allegria, nasce il
bambinello.
Versò
il vin brulé fumante e lo porse alla donna:
- Bevi, che questo ti fa
bene.
- Penso all'Annetta, Luigi –
mormorò la donna.
- Non ti preoccupare, Maria –
la rassicurò l'uomo – l'Annetta è una donna, ha marito e non ha
bisogno di noi -.
- Assaggiane poco anche tu –
disse poi alla bambina porgendole la tazza piccola – è dolce, ti
farà bene. Non avrai freddo quando usciremo -.
Frugò
poi ancora nella sacca e molto delicatamente, lentamente, sorridendo tra
sé, ne tolse una bambola, una bambola con l'abito rosa, la
cuffietta ornata di fiori e il volto di porcellana.
-
Tieni, è tua – disse alla bambina – Allegria, che stanotte
nasce il bambinello e noi andiamo a vederlo! -
- Grazie, papà – disse –
Io non voglio uscire, però, voglio restare qui con la bambola.
- Ti porterò in braccio –
disse l'uomo, non ti stancherai. La bambola resterà ad aspettarti
-.
Cenarono
con le cose buone che il babbo aveva portato. Quando fu tardi, molto
tardi:
-
Andiamo - disse l'uomo – è ora.
Uscirono.
La mamma avvolta nello scialle pesante, le mani chiuse nel
manicotto, il capo chino, la bimba in braccio al babbo, con il naso
sopra la stoffa ruvida del tabarro.
Si
udì uno scricchiolio sul tetto. Era il gatto che voleva salutare
l'uomo. Ma:
-
Che cosa c'è che si muove sul tetto? Ho paura! - piagnucolò la
bambina.
-
Non è nulla, è una stella – disse il babbo mentre il gatto
immobile chiudeva stretto un occhio e spalancava l'altro il più
possibile.
- E' vero, papà – vedo una
stellina sul nostro tetto – disse la bambina guardando in su. E
sorrise.
© Eleonora Bellini, 24 dicembre 2015. Per Maria e Luigi, i nonni sconosciuti.
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