lunedì 28 settembre 2015

Parlami, dimmi qualcosa, di Manlio Cancogni

"Inutile tentare di introdurre qui dentro un principio di razionalità Questa è una casa di donne, qui manca l'uomo. Il vecchio non era un uomo, era un nume. Mio suocero è l'ultimo gentiluomo rimasto sulla terra."
Storia di un matrimonio e di un amore durato a lungo nella vita del protagonista. Sara, la moglie, è una giovane taciturna, svagata, che si sente a suo agio solo lontano dalla città, una Firenze silente, solo intravista nella narrazione, a Ripa, nella casa degli avi. Qui crescono, moderatamente viziate, le due figliolette del protagonista, straniero in questa femminile congrega nella quale le intese sorgono naturali e spontanee e non necessitano di lunghi discorsi.
Sognatore e sfaticato, egli si rifugia a Parigi con la giovane amante Margherita e con il pretesto di poter meglio scrivere, in quell'ambiente stimolante e vario, il libro della sua vita. Non lo porterà a termine, naturalmente, e tornerà in famiglia, accanto a Sara, sempre taciturna e tutta dedita ai lavori domestici. Come scuoterla, come tornare al riso dei giorni d'amore di gioventù?
Parlami, dimmi qualcosa è uno dei romanzi più significativi di Cancogni, impietoso nella sua discesa profonda nel quotidiano e nei tempi lunghi dei rapporti di coppia, disincantato nel descrivere la ricerca di quell'intesa completa e serena, forse inarrivabile, che potremmo definire felicità.
 
Manlio Cancogni, Parlami, dimmi qualcosa, Elliot 2010
 

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