sabato 27 settembre 2014

Nel cuore dell'anatomista, di Daniele Derossi

Nel corso del XVI secolo furono pubblicate più di seicento edizioni delle opere di Galeno, autorità somma nel mondo della medicina, insieme ad Ippocrate. L'interesse per il corpo umano, e particolarmente per la sua fisiologia e per la sua anatomia, non si basarono tuttavia solo sull'autorità degli antichi, ma condussero a nuove ricerche e sperimentazioni i medici del tempo. Andrea Vesalio, ad esempio, partito dall'accettazione assoluta delle affermazioni di Galeno, giunse gradualmente, mediante sperimentazioni e ricerche dirette, a criticarne gli assunti e contribuì ad ampliare la conoscenza del corpo umano. La medicina era inserita nel più ampio contesto della filosofia naturale e la più prestigiosa sede italiana per questi studi era Padova con la sua università. Qui le discussioni mediche e le ricerche sul cuore e la circolazione del sangue, quanto mai intense, documentate ed approfondite, posero le fondamenta per importanti sviluppi della scienza medica nei secoli successivi.  
Così Derossi descrive la solenne apertura dell'anno accademico nell'Università padovana, frequentata da studenti di tutta la nostra penisola e anche da un nutrito e agguerrito gruppo di studenti tedeschi: "Al suono di flauti e timpani, uscirono dal portone del palazzo i capi bidelli con le mazze d'argento, simbolo dello studio dei legisti e degli artisti, seguiti dai due rettori in toga cremisi orlata di ermellino. In strada si accodarono i professori, i consiglieri con gli stendardi delle nazioni e infine gli studenti. Ebbe inizio la processione diretta al Duomo".
Solennità e rispetto per il sapere, solidi legami con il passato, ma anche ricerca inesausta ed espansione delle capacità dell'essere umano, corpo e mente uniti: questa era la visione del mondo umanistica. L'anatomista differiva dal barbiere, al quale ai tempi erano affidate le più semplici operazioni chirurgiche, per la sua conoscenza del corpo umano e per la sua perizia nell'eseguire la dissezione, che veniva praticata in pubblico e generalmente su cadaveri di condannati a morte. In questi tempi e in questo mondo ci introduce il romanzo di Daniele Derossi che narra la vicenda di Giovanni, ragazzino piemontese, partito dalla natia Serana, un paesetto in Val di Susa, per affrontare gli studi di medicina a Padova. Giovanni viene pian piano introdotto nel mondo della scienza, ma anche delle cortigiane e dei piaceri, e, da fanciullo pavido e solitario, diviene un provetto chirurgo grazie agli studi universitari e alla pratica medica esercitata sotto la guida del suo maestro Andrea Corvinus, anatomista appassionato e geniale. Sarà chirurgo al seguito dell'esercito fin sui campi di battaglia del Piemonte e conoscerà gli orrori delle battaglie, le pianure disseminate di cadaveri, le spoliazioni dei vinti, i saccheggi, i voltafaccia dei soldati mercenari. Però non gli verrà mai meno il desiderio di conoscere il cuore dell'uomo, in senso lato perché a Padova aveva conosciuto per la prima volta l'amore, e in senso letterale perché alla ricerca del "vero" funzionamento del muscolo cardiaco, ancora oscuro ai più del suo tempo. La sua indagine lo condurrà alla perdizione o alla salvezza? La lettura di questo libro, scorrevole e ricco di notizie, di luoghi e di vicende, ve lo svelerà.

Daniele Derossi, Nel cuore dell'anatomista, Bompiani 2013

Rembrandt, La lezione di anatomia del dottor Tulp, 1632

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