giovedì 31 luglio 2014
Dall'innocenza e dall'amore, di Orhan Pamuk
"... di fronte alla nostra casa c'era un grosso e vecchio castagno [...] un giorno del 1957 l'amministrazione comunale e i burocrati decisero di tagliare l'albero per asfaltare e pavimentare [...] quando ci rendemmo conto che il nostro castagno sarebbe stato tagliato i miei zii, mio padre, tutti, non solo i familiari, vegliarono accanto all'albero tutta la notte per salvarlo. L'albero non è stato tagliato ed è ancora lì [... ] questo ha a che fare con una questione di sensibilità che riguarda il preservare la propria identità, preservare gli alberi, abbracciare il passato." (pag. 14). Questo piccolo libro, pubblicato nella collezione La repubblica delle idee, ripropone la conversazione di Marco Ansaldo ed Elena Stancanelli con Pamuk, tenutasi a Firenze il 7 giugno 2013. Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, risponde a domande sui turchi di Piazza Taksim, quelli decisi a difendere gli alberi di Gezi Park, luogo della memoria di Istanbul, attraverso cui passa ed è passata tutta la storia della città. E chiarisce anche che cosa egli intenda per "innocenza", in particolare per "innocenza delle cose", quelle che ha raccolto ed ordinato, dedicandovisi anche praticamente, nel suo Museo dell'innocenza, aperto nel 2012 nella capitale turca, e che s'intitola come un suo fortunato romanzo. L'innocenza, spiega lo scrittore, ha diversi aspetti: è quella che allude al sesso, alla verginità; ed è "il candore dei personaggi nel contesto culturale, [...] il candore dei ceti bassi, quando si trovano davanti al potere, al denaro". Vi è infine l'innocenza degli oggetti, pure cose in sé, che, senza tutti i significati loro annessi nel contesto della storia, delle passioni e del potere, sono innocenti. Nel titolo della conversazione si parla anche di amore. Lo scrittore, alla domanda su quale sia, a suo parere, la più grande storia d'amore che sia stata scritta risponde: "Lolita, Romeo e Giulietta, naturalmente, ma anche Aurélien di Aragon, un libro di settecento pagine la cui prima frase è un pugno nello stomaco" (pag. 42). Un invito alla lettura che viene dalla conoscenza della complessità e della ricchezza del cuore e della mente umani, quando tutto può accadere e nulla è scontato, come nell'incipit di Aurélien: "La première fois qu'Aurélien vit Bérénice, il la trouva franchement laide".
Orhan Pamuk, Dall'innocenza e dall'amore, Ed. La Repubblica 2013
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