mercoledì 10 aprile 2024

Futili arpeggi, di Antonio Spagnuolo

I draghi del passato si uniscono alle vive suggestioni del presente in questa raccolta di Antonio Spagnuolo dal titolo emblematico, che unisce l'arpeggio - il modo cioè di eseguire un accordo musicale suonando le note in rapida successione anziché tutte insieme - con la fugacità di ciò che dura un solo giorno e poi svanisce, come certe febbri di breve durata e dalle cause ignote.

Poesie in armoniosa successione e sentimento del veloce mutare delle cose caratterizzano questa raccolta di Antonio Spagnuolo in cui l'inconscio si lega alla memoria e i versi in un "eterno scorrere a mezz'aria/ [...] si affollano/ nel canovaccio di sottile incisione" (Rapinando alfabeti).

Scrive, tra l'altro, Carlo Di Lieto nel suo denso saggio finale "L'inconscio e l'agnizione dell'oltre nella poesia di Antonio Spagnuolo": "L'inconscio del dettato poetico di Spagnuolo si esprime per immagini e ciò comporta sempre un ripiegamento psicologico, per esplorare tutto quello che è rimasto allo stato di latenza".

Fiabeschi draghi, gli stessi che popolavano la fantasia bambina del poeta, tornano a rivivere nel presente, ma in un'età che non è più quella dei giochi e delle fiabe: "Il repertorio è complice/ e si accende alle ciglia/ nella malia vigliacca del trascorso./ Astute venature tracimano il passato/ e catturano draghi inferociti" (Draghi).

Tra passato e presente, la mente, come l'oceano, "avvolge sponde/ tra le onde dai roventi clamori", mentre il tempo umano riduce il cosmo a sua misura e "piega l'universo in cominciamenti". Anche quando emergono nitidi frammenti di momenti preziosi, l'idillio non regge, si sbriciola e si frantuma: "Precipita la sera/ nell'incerto bagliore della luna/ e un grillo mi trafora/ spezzettando l'alfabeto dei sogni" (Una rosa).

Antonio Spagnuolo, forte della sua lunga militanza poetica, della sua intensa familiarità con la poesia, con questi "Futili arpeggi" ci offre versi essenziali e musicali insieme, incastonati tra la ricerca di un'armonia perduta e il travaglio del presente, nel quale il verso è insieme specchio del profondo e salvezza dell'io. 

Antonio Spagnuolo, Futili arpeggi, La Valle del tempo Editore 2024 

Nessun commento: