sabato 26 novembre 2022

Niente di nuovo sul fronte occidentale, di Erich Maria Remarque (Erich Paul Remark)

 «Compagno, io non ti volevo uccidere. Se tu saltassi un'altra volta qua dentro, non ti ucciderei, purché anche tu fossi ragionevole. Ma prima tu eri per me solo un'idea, una deduzione presente nel mio cervello, che portava a quella risoluzione. È questa deduzione che io ho pugnalato. Soltanto ora vedo che sei un essere umano come me. Prima ho pensato alle tue bombe a mano, alla tua baionetta, alle tue armi; ora vedo la tua donna, il tuo volto, e quanto ci accomuna. Perdonami, compagno! Noi vediamo queste cose sempre troppo tardi. Perché non ci hanno mai detto che voi siete poveri diavoli al par di noi, che le vostre mamme sono in angoscia per voi, come per noi le nostre, e che abbiamo lo stesso terrore davanti alla morte, e la stessa morte e lo stesso patire... Perdonami, compagno, come potevi tu essere mio nemico? Se gettiamo via queste armi e queste uniformi, potresti essere mio fratello, come Kat, come Albert. Prenditi venti anni della mia vita, compagno, e risorgi; prendine di più, perché io non so che cosa ne potrò mai fare».

I protagonisti di questo romanzo tanto grande e terribile, quanto scarno e misurato nello stile - perché smisurati e crudeli sono i fatti di cui narra - sono diciannovenni chiamati alla guerra, la dura guerra del fronte e delle trincee. Pochi di loro si salveranno e chi non avrà perso la vita avrà a lungo la sensazione di avere perso sé stesso, la propria interiorità, la capacità di "stare al mondo". Paul, studente arruolatosi con un gruppo di compagni si riconosce in loro, così come nei contadini e negli operai che la vita di trincea affratella, tra solidarietà e disincanto. Erich Maria Remarque, combattente nella prima guerra mondiale, portò in sé per tutta la vita il senso di devastazione e di smarrimento provocato dalla guerra. Il romanzo uscì nel 1929, un anno difficile per il mondo e l'Europa. La descrizione durissima e spietata della guerra e delle condizioni di vita dei giovani soldati lo fece bersaglio di una campagna d’odio che nel 1932 lo costrinse a lasciare la Germania.

Una guerra rappresenta tutte le guerre, la loro assurda crudeltà e irrazionalità, il loro incedere di morte, la carneficina ottusa e disumana provocata dalla serie incessante di assassinii camuffati da valore, onore, coraggio. Per questo Niente di nuovo sul fronte occidentale è ancora, tragicamente, romanzo dell'oggi.

Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori 1931 (prima edizione italiana; traduzione di Stefano Jacini).

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