venerdì 1 aprile 2022

Le canzoni che non suonano mai alla radio, di Royston Vince

Sarah è una bella donna, attraente e ammirata. Cresciuta in orfanotrofio, le piace evocare alcuni momenti del suo passato: le gite, le amiche, le occasioni di divertimento e di turbamento. Ricorda che in quegli anni, grazie a un'insegnante, Miss Betty, poté imparare "non solo come vivere, dormire e mangiare insieme a molte altre persone, ma anche suonare il pianoforte". Per questo può affermare che gli anni trascorsi all'orfanotrofio furono i più tranquilli e piacevoli della sua esistenza. Lì, soprattutto, avvennero il suo primo incontro e la sua amicizia con la musica e con il pianoforte, che poi sarebbero state due costanti durante tutta la sua vita.

Negli anni dell'Università Sarah amplia il suo universo musicale accogliendo fra i suoi interessi tutti i generi di musica, ma soprattutto conosce l'attrazione per i ragazzi e sperimenta una nuova dimensione, che ugualmente diverrà una costante dei suoi giorni, quella degli incontri amorosi o, per meglio dire, puramente e sbrigativamente sessuali. Sperimenta, però, anche la vera amicizia, come quella per Katherine che, pur tra alterne vicende, durerà per molti anni. Dopo la laurea, Sarah accede all'insegnamento in una scuola media femminile, ma la professione non la gratifica né dal punto di vista umano, né da quello della pratica musicale. Nemmeno dal punto di vista sentimentale la giovane donna riceve gratificazioni durature, almeno fino a quando conosce Peter, che sembra il fidanzato perfetto, anche se l'incontro con la famiglia di lui le riserva sorprese non del tutto gradite: si tratta di persone chiuse, gravate dai pregiudizi, perfino un po' razziste. Con queste premesse, inizia la sua storia insieme a Peter. Le canzoni che non suonano mai alla radio tuttavia non si conclude così, non è questo il lieto fine e il romanzo ci riserva altre sorprese.

Con Le canzoni che non suonano mai alla radio Royston Vince, musicista londinese cultore della lingua e della letteratura italiana, lancia una sfida a se stesso e ai suoi lettori: il romanzo, infatti, non è tradotto in italiano dall'inglese, come ci si aspetterebbe, ma scritto direttamente nella nostra lingua. Osserva nella prefazione Chiara Virgilio: "Scrivere nella seconda lingua parla proprio della possibilità di scorgere la sagoma di chi ancora non siamo ma possiamo diventare". Così l'autore, la protagonista del libro e i lettori si trovano accomunati dal suggerimento che l'autore vuole trasmettere: mantenere durante la vita un atteggiamento di apertura e di speranza, nonostante le cadute e le difficoltà.

Sarah narra le sue vicende in prima persona, a ruota libera, muovendosi tra passato e presente, senza censura e con molta sincerità, anche quando affronta eventi ed argomenti dubbi o negativi, oppure situazioni difficili. Narra liberamente, come si farebbe, e talvolta ancora si fa, con dei compagni di viaggio che forse non si rivedranno mai più, nelle lunghe ore trascorse fianco a fianco su un treno a lunga percorrenza o su un aereo traballante. Così, anche se la lingua talvolta inciampa un po', o qualche espressione risulta forzata, nulla della vicenda si perde e risulta alieno.

L'autore, da parte sua, progetta di ampliare il proprio progetto di amicizia nei confronti della lingua italiana - già protagonista di un bookclub e di BritaliaLive, luoghi, se pur virtuali, di discussione, di incontro e di approfondimento da lui stesso gestiti - con nuovi percorsi letterari e narrativi.

Royston Vince, Le canzoni che non suonano mai alla radio, Edizioni Progetto Cultura 2021

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