mercoledì 23 settembre 2020

Prenditi cura di lei, di Kyung-Sook Shin

Park So-nyo, 69 anni, minuta, capelli argentati con permanente, scompare, senza denaro e senza documenti, nella sterminata marea umana della metropolitana di Seul. Stava cercando di salire sul treno insieme al marito, ma, nel pigia pigia della folla, lui ce la fa, lei no. Resta a terra. L'uomo ritorna indietro a cercarla, ma della moglie non vi è più traccia. Il romanzo segue passo passo le ricerche di lei, messe in atto dalla figlia e dai figli attraverso la distribuzione di volantini e il girovagare di quartiere in quartiere. Questo percorrere strade sconosciute o ignote si unisce al percorso della memoria di ciascuno dei protagonisti, figli, figlia, marito che si rivedono, sempre più distratti che attenti, accanto alla madre e moglie, contadina instancabile che trascorre i suoi giorni tra i campi, la casa, il culto degli antenati e per la quale uno solo è il chiaro obiettivo del suo faticare: i suoi figli avranno tutti un'istruzione  e non dovranno più piegare la schiena sulla dura terra e trascinarsi tra fango e polvere dei campi. Durante la ricerca emerge in ciascuno dei familiari un forte senso di colpa, dapprima indefinito, poi prepotente e chiaro. Emerge il rimpianto per le parole non dette, i gesti di insofferenza, gli abbracci mancati, le telefonate ignorate mentre Park So-nyo, sempre creduta indistruttibile, ora si è trasformata in una fragile foglia svanita nel nulla. "Oh, non so dove fermare questi ricordi, i ricordi che spuntano dappertutto come germogli in primavera. Sta ritornando tutto quello che avevo scordato. Dalle ciotole di riso sullo scaffale della cucina ai vasi di terracotta  grandi e piccoli sulla mensola delle conserve, dalle strette scale di legno della soffitta ai viticci della zucca che si spandevano e si arrampicavano folti sul muro di fango" dice, soprattutto a se stessa, la figlia divenuta affermata scrittrice.  

Romanzo vincitore del Man Asian Prize nel 2011, Prenditi cura di lei esordisce da uno spiacevole fatto di cronaca per trasformarsi man mano, allargando la visuale e ampliando narrazione e riflessione, in una coinvolgende fenomenologia della vita familiare e dei rapporti tra madre e figli. "Solo dopo che mamma è scomparsa ti sei resa conto che le sue storie si erano accumulate dentro di te in strati senza fine. La vita quotidiana di mamma si ripeteva in un ciclo ininterrotto. Le parole che diceva ogni giorno - a cui non badavi molto, e che a volte liquidavi, considerandole inutitli - si erano risvegliate nel tuo cuore, suscitando onde di marea".

  Kyung-Sook Shin, Prenditi cura di lei, Beat 2014

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