Stefan
Grabiński, nato il 26 febbraio del 1887 a Kamionka Strumiłowa
(oggi Kamianka-Buzka) nella provincia di Leopoli facente parte ai
tempi della Galizia Polacca e attualmente in Ucraina, è scrittore
sinora poco conosciuto in Italia, nonostante sia stato definito dal
critico Karol Irzykowski “il Poe Polacco”e sia stato una delle
più interessanti figure del fantastico europeo del Novecento. Per
conoscere almeno una parte della sua opera narrativa merita di essere
letta questa raccolta di racconti fantaferroviari, uscita per
Stampa Alternativa a cura di Mariagrazia Pelaia. Scrive la curatrice
nell'approfondito saggio che commenta e chiude il libro: L'aspetto
piu' originale dell'opera di Grabiński è l'aver rappresentato il
mondo del fantastico e del mistero attraverso medium nuovi e
inconsueti come la ferrovia e attraverso l'irruzione di stati
psicopatologici e di alterazione della coscienza nel mondo della
quotidianita' ispirati alle nuove ricerche sulla relativita' di
Einstein.
Il
primo racconto, La zona morta, è un piccolo capolavoro nel
quale si racconta di un controllore in pensione, Wawera, che decide
di dedicarsi al recupero, del tutto volontario, di un tratto
ferroviario dismesso. Solitario, devoto al dovere, instancabile e
sognatore tanto commuovere il lettore, Wawera fa rivivere un passato
che resta indelebile nel suo cuore, ma soprattutto combatte a suo
modo disordine e caos, in attesa che qualcosa si compia, che la
vecchia ferrovia torni a vivere, se non nella realta', almeno per
lui, nelle immagini della mente e nella visione.
E
che dire del treno Infernal Méditerrané il cui mitico
itinerario si snoda da Barcellona al Corno d'oro e che una sera, dopo
il suo passaggio da Ventimiglia, sparisce nel nulla?
Maestro
della letteratura fantastica europea e tra i giganti di questo genere
letterario, Grabiński merita di essere scoperto anche attraverso
questi racconti di viaggiatori e di treni che introducono
inquietudini e mistero nell'esperienza, ormai consueta e perfino
banale, del viaggio su rotaie. Non siate disattenti, aguzzate le
orecchie, sentite? Le rotaie chiacchierano...
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