sabato 8 aprile 2017

Paura chi sei? Paure in poesia da un laboratorio con bambini di 10 anni

Paure in poesia. Poesie con i bambini. Paure dei bambini.
Ogni laboratorio prevede l'ascolto e la lettura di versi poeti classici. In questo vengono proposte tre liriche di Giovanni Pascoli: Notte di vento, Il lampo, Notte dolorosa. Tre momenti di oscurità e di solitudine di un grande poeta, un letterato dal cuore che indugia a contemplare tremori e timori dell'infanzia, un'infanzia che l'anagrafe ha sepolto, ma che nel cuore è dura a morire: il vento che scuote la notte; il temporale dalle livide luci crudeli; il sospiro roco del mare; la solitudine di un bimbo che piange mentre le stelle, lontane, passano senza curarsi né di lui né di altri umani quaggiù.
Ma prima di leggere Pascoli si parla, tutti insieme, delle nostre paure. Le prime che i bambini citano sono le paure fiabesche: le streghe, i fantasmi, i mostri, gli zombies e le altre mostruose creature che narrazioni, film e cartoni animati insegnano. Poi, quando il ghiaccio un po' s'è rotto, emergono le paure quotidiane: l'abbandono e il rimanere soli, nel doppio senso del "soli in casa" che "soli al mondo"; le malattie dei familiari; la morte; alcuni animali, dai cani ai calabroni; i temporali violenti; l'ascensore; la notte e i suoi rumori, ma anche quel silenzio profondo che talvolta si diffonde nel buio.
Non è difficile per le bambine e i bambini esprimerle anche in poesia.

Le tenebre buie
che ti circondano
e ti spaventano.
Il corridoio scuro
e silenzioso,
il rumore dell'interruttore,
che si accende e si spegne.
Le lunghe scale,
che sono vuote
e continuano una sopra l'altra,
e la paura si fa sentire

scrive Giada dipingendo, come in una sequenza cinematografica, il preludio della paura. E le fa eco Aurora:

Ho una grande agitazione,
come se
mi uscisse il cuore.
Alessandro insiste con una visione notturna:

Quanto sei scura e nera,
paura, come un calabrone.
Durante la notte, pensando
agli spettri nell'aria,
anche l'ombra
hai fatto sparire.
Quanto scura
questa notte.

Maria Jiang traccia in versi essenziali, che mi piace pensare dettati dalla tradizione antica delle liriche cinesi, il ritratto di una notte senza luna, nella quale i bambini tremano, prigionieri del buio:

Notte tempestosa,
con la luna nascosta
e le porte chiuse.
I bambini hanno paura.

E Alex ci conferma nella sua poesia che:

La paura ti colpisce al cuore,
non puoi liberartene.
Per esempio un ladro
ruba e fugge,
la paura ruba ma non fugge.
Quando sei in compagnia
te ne dimentichi,
appena torni a casa
e sei solo
ti ritorna in mente.

Ascoltare, riflettere, esprimersi sono tre passaggi essenziali per conoscere le proprie paure e la poesia è una grande amica e un grande sostegno in questo percorso capace di accomunare adulti e bambini. Nella consapevolezza comune che molte paure si superano, altre si aggirano con strategie diverse, altre fanno parte della vita e conviveranno sempre con noi. Le parole della poesia, nel nostro percorso, ci sono vicine perché appartengono al profondo, al vero, all'essenziale.


(C) Eleonora Bellini

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