domenica 4 novembre 2012

Obbedienza e libertà, di Vito Mancuso

“Il mio obiettivo consiste nel promuovere pubblicamente la libera ricerca spirituale, all'insegna di una teologia che non risponda al principio di autorità ma a quello ben diverso di autenticità. A tale riguardo la prima indispensabile condizione è la libertà, anzitutto della mente. Ma esiste una seconda condizione, altrettanto essenziale, che è l'amore per la verità...” in questa frase troviamo, sintetizzato all'estremo, il senso di questo libro e, più in generale, di tutta la ricerca teologica di Vito Mancuso.
Parlare di verità ripercorrendo la storia della Chiesa cattolica significa incontrare sulla propria strada momenti e fatti nei quali l'esercizio del potere temporale snaturò completamente il messaggio di liberazione di Gesù. Significa incontrare Jan Hus e Giordano Bruno, entrambi arsi vivi e Francesco Pucci, decapitato nelle carceri papali, e Galileo umiliato e penitente e tanti altri uomini e donne mandati a morte in modo crudele ed ingiusto dalla romana Inquisizione. Ogni libertà di pensiero e di coscienza veniva negata, con violenza. E questa violenza, che pretendeva quell'obbedienza cieca ed acritica che fa leva sulla paura, fu decisiva nella costruzione della istituzione ecclesiastica e della stessa dottrina.
In appendice al saggio possiamo leggere un Elenco provvisorio degli italiani uccisi in quanto “eretici”. Chi fa prevalere il principio di autorità, cioè l'obbedienza, giustificherà e riterrà perfino “naturale” questa storia di ingiustizie e di condanne. Chi ricerca la verità, nella libertà e nell'autenticità, sa che la condanna esplicita ed incondizionata di questi crimini potrebbe restituire alla stessa Chiesa l'autentica e piena dimensione spirituale che è la sua vocazione originaria.
Gli otto capitoli del libro sono così intitolati: L'Inquisizione e la dottrina; Sul motto episcopale di Martini: pro veritate adversa diligere; La teologia politica del Grande Inquisitore; L'anima spirituale, ovvero la libertà; Il primato della coscienza; Laicità; Dialogo tra le religioni, Teologia e libertà della mente.
Ferdinando Camon concluse la sua recensione al libro, apparsa su LA STAMPA, del 9 aprile 2012, con questa considerazione: “[Mancuso] afferma lo scontro fra obbedienza e coscienza, fra dottrina e bene: se scopo della vita è fare il bene, è anche lasciar perdere la dottrina. I suoi libri sono gioiosi e trionfali per i non cattolici, atroci e dolorosi per i cattolici. E questo più degli altri.”
 

Vito Mancuso, Obbedienza e libertà. Critica e rinnovamento della coscienza cristiana, Fazi 2012.

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