"Conservare e distruggere il sapere da Alessandria a Internet" recita il sottotitolo di questo saggio che, attraverso il racconto delle vicende, casuali o intenzionali, di biblioteche famose, sfata il mito, nel quale ci piace credere, che le biblioteche conservano e custodiscono e documentano tutto o quasi il sapere accumulatosi lungo la storia umana. Se la biblioteca è un mondo, come ugualmente ci piace pensare che sia, come il mondo è imperfetta e caduca: "come un mondo ha le sue mutazioni e le sue stagioni" afferma Battles.
Se la biblioteca di rotoli di papiro, o meglio le due biblioteche quella del Museion e quella minore del tempio di Serapis, di Alessandria furono vittime di più incendi, la biblioteca di Ninive, ricca di 25.000 tavolette di argilla in scrittura cuneiforme, era a prova di incendio e molti suoi testi sono sopravvissuti e si trovano ora al Brithis Museum. Nella Roma antica, l'avvento del cristianesimo come religione dominante inaugurò un tempo oscuro per il sapere e le letterature antiche: i cristiani costruirono per sè un'identità antagonista alla cultura pagana. Tuttavia il sogno della biblioteca universale sopravvisse in Oriente, dove la Siria fu a lungo custode della cultura greca. E splendide biblioteche nacquero anche con il fiorire dell'islam: a Baghdad, Damasco, Gerusalemme. E poi, nel Medio Evo, l'amore per il libro, il bel libro curato ed elegante dei miniatori musulmani, unì Islam ed Europa cristiana: acquistati sui mercati o bottini di guerra, preziosi testi giunsero alle corti europee.
La biblioteca pubblica, poi, rinacque a Firenze nel XV secolo, per opera di Cosimo de' Medici; il suo pubblico era costituito da nobili, ricchi mercanti, clero.
E via via, attraverso i secoli e le storie di libri e biblioteche, ritroviamo note vicende, come quella del cardinal Sirleto, bibliotecario vaticano, che inserì nell'Indice dei libri proibiti l'opera di Lorenazo Valla, perché dimostrava la falsità della donazione di Costantino su cui posava il potere temporale della Chiesa. E sempre a Roma incontriamo Montaigne, che, anch'egli, visitando la Vaticana notò che "... tutti la visitano e portano via quanto desiderano".
Il viaggio giunge fino al Novecento, il secolo a noi vicino e ricorda che esso pure non fu immune da distruzioni di libri e di biblioteche, dai roghi nazisti fino a quelli nei monasteri tibetani messi a ferro e fuoco dai soldati cinesi.
E nell'era digitale quale spazio per le biblioteche? "... proprio il fatto che le biblioteche abbiano attraversato tante fasi sembra offrire una speranza. Nella sua volontà di custodia dei libri e delle parole che essi contengono, la biblioteca ha affrontato e sottomesso la tecnologia, le forze del cambiamento e spesso l'autorità dei sovrani" ricorda l'autore, con ottimismo.
Matthew Bates, Biblioteche: una storia inquieta, Carocci Editore 2004
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento