venerdì 23 aprile 2010
25 aprile , Festa della Liberazione
25 aprile 2008
Per i sopravvissuti che la notte
rivivono gli incendi dei paesi,
per i fucilati caduti sui monti
o nelle piazze, per gli scampati
nascosti nelle viscere nere dei camini,
per chi il giorno della strage
incontrò una donna e prese
un'altra via - lo ricorda
oggi come miracolo di pianto -
questo è il giorno della festa
(nel tempo dell'uomo, relativo,
per un mattino chi è morto torna vivo,
appare in un corteo, svolta
dietro l'angolo, salta
una transenna, si perde
come il pensiero dentro un'emozione)
"festa d'aprile", passi sulla strada,
musica e bandiere: minoranze
in marcia. Si ode
il battito d'ali della dignità.
Eleonora Bellini
Borgo Ticino, 25 aprile 2008
***
25 aprile 2010
Bandire Bella ciao dal corteo
della festa di Liberazione: questo
ci propone l’arricchito Nord Est
che ignora i suoi suicidi.
Beato chi non vede questo tempo,
le orme dei padri cancellate, l’Italia
triste, le speranze strangolate.
[E come potremmo noi cantare
con il piede padano sopra il cuore?
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore?]
Della festa d’aprile rimangono
i peschi fioriti nei giardini, il fiore
del taràssaco sul ciglio delle strade.
Ma a Milano non si pianteranno più alberi.
Eleonora Bellini
Borgo Ticino, 22 aprile 2010
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