giovedì 31 marzo 2022

Ora dimmi di te. Lettera a Matilda, di Andrea Camilleri

Lunga lettera dello scrittore indirizzata alla nipotina di quattro anni, in cui ripercorre i momenti più significativi della sua lunga esistenza, inserendola nella storia d’Italia cui dà ampio spazio, dagli anni del fascismo ai nostri giorni. Camilleri si sofferma su episodi importanti della sua vita di ragazzino delle elementari, di adolescente del liceo e di studente universitario. Avrebbe voluto frequentare l’Università a Firenze ma, nel 1943, a causa degli eventi bellici, fu costretto a rimanere a Palermo a malincuore, perché aveva amici in Toscana che lo avevano aiutato e soccorso in una particolare circostanza. Al raduno internazionale della gioventù nazifascista nel 1942 venne esposta solo la bandiera nazista, il giovanissimo Camilleri osò fare l’osservazione ad alta voce e, all’uscita dal teatro, Alessandro Pavolini gli assestò un violentissimo calcio per cui gli fu necessario recarsi in ospedale. Quell’episodio segnò la scelta politica dello scrittore per gli anni futuri.

Terminati gli studi, il suo primo desiderio era quello di diventare lettore di italiano in una Università straniera di lingua francese, sogno negato a causa di un diverbio con l’insegnante con cui sostenne un esame importante: ebbe un voto basso, gli occorreva il massimo. Iniziò ad interessarsi di teatro, per alcuni anni visse di espedienti, come venditore di libri, fino a quando entrò in RAI per sei mesi e lì rimase fino agli anni della pensione con incarichi sempre diversi, molte soddisfazioni e sicurezza economica. Camilleri si riteneva fortunato nonostante il suo carattere difficile, la sua personalità aliena da compromessi, anche per merito della moglie Rosetta a cui era molto legato.

E venne il giorno in cui il teatro non gli bastò più, riemerse l’antica passione per la scrittura e scrisse romanzi. Nessuno però glieli pubblicava a causa della mescolanza linguistica: italiano e dialetto siciliano. Così per dieci anni. Un amico gli fece conoscere la casa Editrice di Elvira Sellerio, ci fu intesa culturale. Pubblicò il romanzo poliziesco La forma dell’acqua, protagonista Salvo Montalbano. Fu un successo, un grande successo.


Che cosa ha imparato dalla vita Camilleri? Lo scrive in poche parole: “il lupo non è cattivo, due più due non fa quattro, a volte tre, a volte cinque”. Sono queste delle espressioni simboliche che comunicano la necessità di superare gli stereotipi e di allargare la visuale del pensiero considerando la realtà in tutta la potenzialità dell’essere. Una raccomandazione rivolge alla nipotina: non giudicare gli altri in modo assoluto, si può sempre sbagliare. E’ bello avere un ideale e sostenerlo, ma è opportuno confrontarsi anche con le idee altrui. Che cosa dice la nipotina al nonno? E’ un loro segreto. Il romanzo termina con il titolo Ora dimmi di te.

Anna Maria Pastore

Andrea Camilleri, Ora dimmi di te. Lettera a Matilda, Bompiani 2018


Nessun commento: