lunedì 14 marzo 2022

Senza mai arrivare in cima, di Paolo Cognetti

E’ un libro di piacevole lettura di poco più di cento pagine, un ricco taccuino di viaggio in cui l’autore esprime i propri sentimenti, gli stati d’animo, le sorprese del viaggio in Himalaya con efficacia tale che il lettore si sente parte della carovana viaggiante.

Paolo Cognetti intraprende questo viaggio nel 2017 con alcuni amici tra cui Nicola e Remigio. La meta è il Dolpo località situata nel Nepal, altopiano tutto sopra i quattromila metri, non raggiunto né dai monsoni né dalle strade carrozzabili. Il gruppo in partenza da Katmandu con un piccolo aereo arriva su un pianoro; la carovana , formata da una ventina di persone e venticinque muli prende l’avvio per la spedizione. La guida è un fiero nepalese quarantasettenne , Sete, che parla italiano, fa la guida estiva sul Monte Rosa, mentre d’inverno ritorna al suo paese. Cognetti si è portato nello zaino un libro cult Il Leopardo delle nevi di Peter Matthiessen, che sarà la sua guida affettiva e culturale.

Il viaggio iniziato ai primi di ottobre è un girovagare, un saliscendi in un ambiente nuovo per alcuni componenti il gruppo. Un intero capitolo è dedicato al Bheri Koala, alla vallata del Suli Gad, all’organizzazione della giornata e al riposo della carovana. Brevi e fugaci gli incontri con la gente dei villaggi che si riducono alla pausa del the, a scambiare qualche parola e qualche frase con l’aiuto dei portatori che si fanno interpreti. Solo qualcuno parla inglese. Emergono presto le difficoltà respiratorie di cui l’autore soffre spesso, superati i tremilacinquecento metri di altitudine, che lo condizionano spesso, ma che passo dopo passo saranno mitigate dalla forza di volontà e dall’adattamento ambientale. Nei momenti difficili gli saranno di valido aiuto Remigio, l’amico montanaro e Nicola, l’amico pittore, di cui è riprodotta una tavola con disegno ad acquerello all’inizio del libro.

Mentre cammina lungo il fiume, Cognetti disegna e descrive il paesaggio: cedri dell’Himalaya, pini cembri, betulle dalle foglie ingiallite, un cumulo di grandi sassi di fiume su cui è inciso il disegno a protezione del villaggio. E il colorato sventolio dei panni di preghiera, e i piccoli luoghi di culto. Con piacere immerge i piedi nell’acqua ghiacciata del fiume che lui definisce sacro perché affluente del Gange. I gipeti, le capre e le pecore azzurre gli faranno compagnia per tutto il viaggio. E’ mancato l’incontro con il leopardo delle nevi, cui teneva molto, ma gli è giunto così vicino d’averne avvertita la presenza. Sullo sfondo le montagne dell’Himalaya, il monte Cristallo e il lago, nel variare della stagione e dei momenti del giorno sono descritti e disegnati con poesia e passione.

Anna Maria Pastore

Paolo Cognetti, Senza mai arrivare in cima, Einaudi 2018

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